Il presidente del Consiglio Mario Draghi non ha partecipato alla conferenza stampa sul Dpcm, nonostante si tratti, appunto, della presentazione di un Decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Ad illustrarlo sono stati i ministri Speranza e Gelmini. Questa assenza è in linea con lo stile comunicativo, o meglio, non comunicativo di Draghi.

Il presidente, anzitutto, non ha profili social. Durante il primo Consiglio dei ministri, secondo un retroscena, avrebbe pure detto: “Noi comunichiamo quello che facciamo. Non abbiamo fatto ancora niente e non comunichiamo niente”. Quel “noi” sta a significare che anche ai ministri e ai leader delle forze di Governo è richiesto un basso profilo. Una settimana fa ha incontrato Matteo Salvini a Palazzo Chigi per una tirata di orecchie: Draghi era probabilmente infastidito dal sostegno del leghista al movimento “Io Apro”, contro le chiusure serali dei ristoranti. Dopo l’incontro, il presidente avrebbe apprezzato il cambiamento di toni di Salvini.

Qualcuno giustifica questa mancanza di comunicazione da parte di Draghi dicendo che non si tratta di un politico, non vuole candidarsi e quindi non ha bisogno del consenso popolare. Non è vero. La comunicazione non serve solo a fare propaganda. E il consenso non serve solo a prendere voti. L’assenza di comunicazione da parte di Draghi potrà causare molti problemi a lui, al Governo e al Paese. Almeno tre. Vediamo il primo.

1 – Una nazione non è una banca

La banca è fatta di freddi numeri, la nazione è formata da un popolo, da persone, che hanno dei sentimenti. Se non sai suscitare i giusti sentimenti nella popolazione, grazie alla tua comunicazione, non sarai seguito da essa.

La scorsa estate, per esempio, gli italiani avevano un forte desiderio di libertà, dopo mesi passati chiusi in casa. Abbiamo pagato quella libertà con la seconda ondata. Ma un nuovo lockdown in estate non sarebbe stato accettato dalla popolazione, che probabilmente non avrebbe rispettato le limitazioni imposte dal Governo. Conte ne era consapevole. Lo ha dichiarato l’ex portavoce di Conte, Rocco Casalino, a Piazzapulita. Occorre quindi preoccuparsi dei sentimenti della nazione che si guida, se si vuole essere seguiti.

La comunicazione rassicurante ed empatica di Conte nella fase 1 è stato uno dei fattori chiave per essere seguiti dalla popolazione. Conte infatti, nonostante i sacrifici che chiedeva agli italiani, era molto apprezzato.

Se Draghi non instaurerà una relazione solida con la popolazione, attraverso una comunicazione efficace e costante, non sarà seguito dagli italiani. Avremo sempre più proteste in strada e la situazione potrebbe finire fuori controllo.

2 – Anche se Draghi non comunica, i partiti lo faranno

Per il momento Draghi sta riuscendo ad imporre toni bassi ai partiti. Ma quest’anno ci saranno le elezioni in alcuni Comuni importanti, fra i quali Roma, Milano e Napoli. Quando la campagna elettorale entrerà nel vivo, i leader dei partiti alla ricerca di consenso ammiccheranno alle categorie scontente e faranno grandi promesse. Solleciteranno quindi qualche ministro e lo stesso Draghi per dei cambi di linea nel Governo.

A quel punto, se Draghi non comunicherà, passerà solo la narrazione critica dei partiti e la sua popolarità crollerà. Con essa finirà anche la sua autorevolezza nei confronti della popolazione.

3 – Se Draghi non comunica, come smentirà le fake news?

Le fake news colpiscono tutti, sempre e comunque. Colpiranno anche Draghi. Per ora, quando usciranno delle bufale, saranno i partiti a fare il lavoro sporco di smentita. Saranno i social e le uscite mediatiche dei leader delle forze di Governo, dei ministri politici e di qualche esponente di spicco a colmare il vuoto comunicativo lasciato da Draghi.

Ma cosa accadrà quando i partiti si rifiuteranno di farlo? Potranno esserci momenti in cui lasciar passare certe fake news farà il gioco di alcuni leader. Ci saranno momenti di freddezza nei confronti di Draghi, durante i quali non vorranno prendere le sue difese.

Ricordiamo che nel caso di una fake news molto forte diffusa da Salvini e Meloni – quella sulla presunta attivazione del Mes da parte di Conte – lo stesso ex presidente del Consiglio fu costretto a smentirla durante un’importante conferenza stampa a Palazzo Chigi. Draghi come si comporterà durante una crisi comunicativa del genere, se non comunica?

Questi sono solo alcuni motivi per cui non comunicare è dannoso per se stessi e per gli altri in politica. Spero che il presidente Draghi ci ripensi e si mostri di più agli italiani, i quali hanno bisogno di una guida presente, anche fisicamente, davanti ai loro occhi.

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