Bryan Fogel è l’autore e il regista del documentario The Dissident. Vive a Los Angeles ed è diventato un regista affermato nel 2018, quando ha vinto l’Oscar per il miglior documentario con Icarus, un docu-film sul doping in Russia. Sette mesi dopo la premiazione, è volato a Istanbul e ha bussato alla porta della fidanzata di Jamal Khashoggi, il giornalista saudita ucciso alla vigilia delle nozze con Hatice Cengiz nel consolato saudita di Istanbul da una squadra appositamente venuta da Riyad. Il documentario di Fogel è in Italia ed è distribuito sulla piattaforma miocinema.com di Lucky Red.

La scorsa settimana Fogel ha accettato di concedere un’intervista al Fatto Quotidiano. Ci ha parlato della morte di Khashoggi, della vita di quei dissidenti che lottano per i diritti di uomini e donne dell’Arabia Saudita. E ci ha anche detto la sua opinione sulla partecipazione di Matteo Renzi, ex premier, ai convegni del FII, l’Istituto creato dal Re saudita che la organizza ogni anno. Renzi fa parte del board del Fii, che lo paga 80 mila dollari l’anno. Sul palco dell’evento del 2021 ha omaggiato il principe Mohamed bin Salman e ha parlato dell’Arabia come un luogo del nuovo rinascimento.

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