Per sconfiggere il coronavirus la “terapia più efficace” è una sola: “Un lockdown totale per altri due mesi“. Ma è una terapia che “non possiamo permetterci”. Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, in un’intervista a Repubblica spiega perché è importante mantenere un equilibrio tra le necessità di alcune settori e i rischi legati alla pandemia. Come nel caso della riapertura dei ristoranti la sera: “Sarebbe anche possibile se solo fossimo in grado di garantire un rigoroso meccanismo di controlli, cosa che fino ad ora non è stato”. Miozzo si prepara ora a collaborare con il nuovo presidente del Consiglio, Mario Draghi. I temi cruciali sono la gestione dei prossimi mesi di restrizioni, in particolare per quanto riguarda la scuola, e la campagna di vaccinazioni. Proprio su questi due punti il coordinatore auspica unità, mentre le Regioni continuano ad andare in ordine sparso: “Al presidente Draghi suggerirò il ricorso all’articolo 120 della Costituzione che prevede il potere di sostituzione del governo centrale laddove le autorità locali non siano in condizione di garantire i diritti costituzionalmente previsti”.

L’ipotesi è “provocatoria”, ammette lo stesso Miozzo, ma “ritengo potrebbe essere presa in considerazione per alcuni aspetti delle strategie nazionali che interessano la salute del Paese. Sulla scuola si sono viste scelte incomprensibili fatte dal territorio in assoluta disconnessione con il sistema centrale e ora si vedono altrettante fotografie su un programma strategico per il Paese come quello delle vaccinazioni”, sottolinea il coordinatore del Cts. A suo parere infatti, per uscire dal tunnel “la squadra deve compattarsi ed evitare il gioco solitario. Vedo ancora prevalenza di interessi, piani locali che mettono in atto azioni di scarso valore per il Paese e di complicazione per le azioni che è necessario prendere a livello nazionale”. Il tema del rapporto tra Regioni e governo è stato centrale in tutta la pandemia e secondo Miozzo lo è ancora di più oggi, nonostante il premier Draghi avrà dalla sua il vantaggio di un appoggio bipartisan in Parlamento, che potrebbe evitare prese di posizione “politiche” da parte di alcuni governatori.

Nella sua intervista a Repubblica, il coordinatore del Cts spiega anche la ratio delle riaperture: quelle “che si stanno autorizzando comportano un rischio relativo. Poco incide il singolo settore sull’Rt, ma se sommiamo i settori generiamo una somma esponenziale dei rischi”. “Questo – aggiunge – è il vero dilemma con cui ci dobbiamo confrontare nelle prossime settimane se non vogliamo arrivare a condizioni che impongano di nuovo dolorose e insostenibili chiusure”. Lo stesso ragionamento si applica alla riapertura dei ristoranti la sera: “Immaginate cosa può succedere se riaprono i ristoranti la sera ai Navigli o a Trastevere, ma c’è anche un’altra Italia che non può essere penalizzata”. “Mi sono attirato le ire di molti amministratori locali che – afferma Miozzo – si sono visti imputare la responsabilità del mancato controllo per gli assembramenti. Ma è quello che chiederei al governo: un controllo efficace del territorio almeno per i prossimi due o tre mesi, con il contributo anche dell’Esercito, forze dell’ordine, polizia locale che stanno già facendo un lavoro straordinario. Basta vedere una divisa che agisca nei luoghi a rischio per scongiurare comportamenti irresponsabili”.

Il coordinatore del Cts, però, sottolinea anche che “è incomprensibile vedere le scuole chiuse e i centri commerciali aperti. Se un rischio c’è sul territorio le scuole devono essere le ultime sacrificate“, spiega. Anche perché i giovani, aggiunge Miozzo, è normale che “si precipitino a ritrovare sé stessi negli ambienti a loro più favorevoli, il muretto, il bar, la piazza. Uno degli sbagli che abbiamo fatto è stata la politica di comunicazione poco adeguata all’era dei social media”. Favorevole a “consentire attività individuali”, contrario a “tutto ciò che riguarda attività sportive ad alto rischio”, Miozzo ribadisce anche il suo no agli spostamenti tra Regioni. La proroga del blocco è necessaria “almeno fino a quando non sarà chiaro l’impatto delle varianti del virus. La mobilità potrebbe essere un drammatico veicolo di trasmissione”, conclude il coordinatore del Cts.

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