“Con pochi mezzi abbiamo fatto migliaia di tamponi in città, quanti soldi ha sprecato Regione Lombardia per non fare nulla e per sbagliare?”. Lo chiedono gli infermieri, i medici, gli Oss e i volontari della Brigata Sanitaria Soccorso Rosso che da dicembre effettuano tamponi rapidi gratuiti a Milano. Un’iniziativa che grazie all’ausilio di una nuova unità mobile da febbraio diventa itinerante e toccherà alcune delle zone periferiche della città. “Siamo partiti da via Padova – spiega Riccardo Germani, uno dei volontari della Brigata – vogliamo fare in modo che tutta la popolazione nei quartieri venga tracciata per bloccare la catena del contagio”. In tanti si fermano a chiedere informazioni o a prendere il numero per mettersi in coda per il test. Il sistema è quello del “tampone sospeso”: il test è gratuito grazie alle donazioni di altre persone. “Ci occupiamo di quella parte di popolazione che non ha un accesso semplice alla sanità o che non riesce a parlare italiano per provare a identificare casi di positività che altrimenti non verrebbero fuori”, spiega uno dei medici che convalida i tamponi. “L’obiettivo è che le istituzioni allestiscano gazebo come questi in tutta la città per garantire il tracciamento e per evitare che la gente torni a morire – spiegano i volontari – qui in Lombardia abbiamo assistito a una debacle”.

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