Nelle indagini “mancano dati” e quindi non c’è la possibilità di condurre “una completa analisi del fatto”. Per questo il giudice per le indagini preliminari di Milano, Guido Salvini, ha respinto la richiesta di archiviazione del pm e ha predisposto una proroga di 6 mesi e nuove indagini sul caso di Kim Jung Eun, la ragazza di 20 anni investita e uccisa da un tram in piazza Oberdan la sera del 10 febbraio 2020. La ragazza, originaria della Corea del Sud, si trovava in città con le amiche per un weekend di vacanza. Nell’inchiesta è indagato per omicidio colposo l’autista del tram. “Siamo contenti e commossi per la decisione del giudice – hanno dichiarato i familiari al fattoquotidiano.it – È il primo passo per poter conoscere la verità e avere risposte”.

Il pm aveva chiesto l’archiviazione, sostenendo che il conducente non poté evitare l’incidente a causa del “comportamento repentino” dovuto “allo stato di ubriachezza” della ragazza. Ma tra i documenti mancano sia una perizia tecnica per accertare la visuale del conducente sia l’esame tossicologico della ragazza, che non è stato richiesto dal pm. Il gip, visionando le immagini delle telecamere del tram che hanno ripreso l’incidente, ha escluso la “repentinità” su cui si basava la richiesta di archiviazione e che avrebbe impedito all’autista di evitare la morte della giovane. Inoltre il giudice non ha preso in considerazione il presunto stato di ubriachezza della ragazza, basato solo su testimonianze e non su una prova scientifica. Nel provvedimento ha disposto che debbano essere eseguite “ulteriori indagini”, tra cui una simulazione dell’incidente con lo stesso modello di tram per accertare la visuale del conducente, accogliendo l’istanza dei legali della famiglia, gli avvocati di Insight Studio Legale.

Per il gip “le osservazioni del difensore” dei familiari della vittima sono “meritevoli di attenzione”, soprattutto poiché “il filmato conferma un lasso di tempo di cinque secondi tra la chiusura delle porte e la partenza del mezzo”. I video mostrano la ragazza percorrere tutta la banchina e posizionarsi davanti al tram fermo per attraversare i binari. Durante l’attraversamento inciampa sulle rotaie e cade. Prova a rialzarsi, ma perde di nuovo l’equilibrio e si accascia a terra. La scena si svolge quando la fase di discesa e salita dei passeggeri è già finita. Dopo la chiusura della porte, il tram resta fermo ancora per qualche secondo. Poi riparte, schiacciando la ragazza. Durante quel “tempo considerevole” in cui il mezzo resta fermo dopo aver chiuso le porte, Kim Jung Eun “si trovava stesa di fronte al tram”.

Secondo il gip è necessario approfondire quale fosse la visuale del conducente perché non è ancora stato chiarito se la telecamera a bordo “si trovasse all’altezza degli occhi del conducente o più in basso e con una diversa angolazione”. Inoltre non si può nemmeno sapere “se, nel secondo e più probabile caso, vi fosse uno schermo che mostrasse le immagini della telecamera frontale al conducente”. Negli atti manca qualsiasi riferimento alla telecamera laterale del mezzo, fa notare il gip, “quella che consente al conducente di seguire lungo tutto il tram la salita e la discesa degli utenti“. La ragazza “dovrebbe essere stata ripresa da tale telecamera, le cui immagini erano visibili dall’autista” che quindi potrebbe essersi reso conto “dei movimenti di questo pedone che era sfilato accanto al mezzo“, senza salirci. “Dovendosi escludere la ‘repentinità’ dei movimenti che avrebbero portato ‘inevitabilmente’ a morte Kim Jung Eun”, per il giudice l’indagine è caratterizzata da una “mancanza di dati” e quindi dalla “impossibilità di una completa analisi del fatto”, per questo è necessario “un approfondimento delle indagini” per cui ha disposto un termine di altri 6 mesi.

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