“Diffondi l’amore, non il Corona”. È con questa formuletta di marketing che il Reform Social & Grill di Dubai – gastropub del gruppo Gates Hospitality – sta incentivando i clienti a sedere ai suoi tavoli, offrendo sconti a chi è già stato vaccinato contro il Covid-19: 10% in meno sul conto se si è fatta la prima iniezione, 20% se è stata inoculata la seconda. Ovviamente, “proof of vaccine is required”: la prova della vaccinazione è obbligatoria, sennò niente sconto.

Cartelli come questo se ne vedranno sempre di più a Dubai, anzi, in tutti gli Emirati Arabi Uniti, uno di quegli Stati che ha scelto di non chiudere le proprie frontiere, così da continuare a richiamare turisti da tutto il mondo nonostante la pandemia.

Lo scorso luglio le autorità degli Eau hanno disposto la ripresa graduale dei collegamenti aerei con diverse destinazioni tra cui l’Italia, ripristinando la tratta quotidiana tra Milano Malpensa e Dubai. Nel momento in cui viene scritto questo post, il 27 gennaio 2021, per entrare nella città araba occorre presentare solo un test Pcr negativo al Covid, effettuato non più di 96 ore prima della partenza. La quarantena – obbligatoria solo se il test è positivo – è a proprie spese a meno che non si sia viaggiato con la compagnia di bandiera Emirates, che copre i costi medici e di soggiorno per i suoi passeggeri in caso di positività all’arrivo.

Inutile dire che in tanti ne stanno approfittando. Secondo Internazionale, “turisti russi, francesi e statunitensi dichiarano di sentirsi perfettamente al sicuro, persino più che nei loro paesi di provenienza”. Anche dal Belpaese le partenze alla volta del Burj al-Arab (l’hotel a forma di vela simbolo della monarchia) non sono mancate. Le più discusse sono state, neanche a dirlo, quelle che hanno visto protagoniste le influencer: la napoletana Chiara Nasti, già blastata da Selvaggia Lucarelli; Taylor Mega, che si è difesa dicendo di essere lì per lavoro e di non aver fatto cene nei locali cool; una certa Ilaria Gallozzi: “Se sono qui a Dubai è anche per aiutare mia madre a pagare l’affitto”.

Chiude questo parterre de roi un’altra creatrice di contenuti fashion, Veronica Ferraro, che negli ultimi giorni ha condiviso con i suoi millemila followers scatti arabeggianti in compagnia del fidanzato personal trainer.

Sia chiaro: non c’è nulla di illegale in tutto ciò. A Dubai il turismo è consentito e gli ingressi dall’Italia sono permessi, se si viaggia per lavoro. Ma era proprio necessario andarci ora per fare degli shooting in déshabillé? Un po’ più di mestizia non sarebbe stata opportuna?

Ma torniamo agli argomenti rilevanti. Nonostante gli Eau abbiano somministrato due milioni di dosi di vaccino su una popolazione di 10 milioni di persone – una delle campagne più vaste al mondo dopo quella di Israele – da luglio i numeri delle infezioni sono in crescita costante. Su scala nazionale il numero dei contagi è raddoppiato nel periodo 1-27 gennaio, registrando una media settimanale di 3.500 casi quotidiani. Così, negli ultimi giorni, c’è stata una stretta: da dieci il numero consentito di persone sedute ai tavoli dei ristoranti è sceso a sette. Anche la distanza tra tavoli è aumentata: da due a tre metri.

D’altronde, gli Eau sono ben consapevoli che prima o poi il petrolio finirà. È per questo che nel 2016 hanno formalizzato il programma Vision 2030, presentandolo come una rivoluzione che punta a diversificare l’economia e la società, creando nuove opportunità di lavoro e innalzando la qualità di vita attraverso l’introduzione di una serie di obiettivi, tra cui figurano “l’aumento della percentuale di persone che fanno esercizio fisico almeno una volta alla settimana, dal 13% al 40%” o “l’aumento dell’aspettativa di vita media, passando dai 74 agli 80 anni”. Peccato che tutte le monarchie arabe siano ancora terribilmente indietro per quanto riguarda il rispetto dei diritti delle persone Lgbt. Arriverà anche il momento di infrangere questo tabù, oltre alle direttive sulla forma fisica dei sudditi?

Ciò che è certo è che, volenti o nolenti, gli Eau hanno individuato nel turismo l’oro nero del futuro. Nel 2019 Dubai aveva accolto 16 milioni di visitatori e ne prevedeva 20 milioni per il 2020, anno in cui sarebbe dovuto iniziare l’Expo, slittato a ottobre 2021. Quest’ultima data, ad oggi, è confermata: ciò significa che nel giro di pochissimi mesi, se non di settimane, il paese (non è il solo, è bene dirlo: basti pensare alle Maldive) farà di tutto per creare dei corridoi aerei Covid- free, forte di un’immunità di gregge che sembra molto più prossima di quella che si prospetta negli Stati Ue.

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