“Sento crescere la critica sul fatto che le opere sono bloccate da due mesi per mancanza di commissari. Non è vero, la lista dei commissari c’è”. Martedì Giuseppe Conte, nelle comunicazioni al Senato prima del cruciale voto di fiducia ottenuto senza la maggioranza assoluta, lo aveva detto per smentire Matteo Renzi che nella conferenza stampa del 14 gennaio aveva attaccato: “Puoi continuare ad avere risorse e opere e non avere i commissari?”. E il giorno dopo, pur con notevole ritardo rispetto a quanto previsto dai decreti Semplificazioni e Sblocca cantieri, quella lista preparata dal ministero delle Infrastrutture e passata al vaglio del premier è arrivata alla Camera per l’esame in commissione. Contiene i nomi di una trentina di dirigenti dell’Anas, di Rfi o dello stesso ministero chiamati a velocizzare o realizzare ex novo una o più tra le 59 opere del valore complessivo di oltre 60 miliardi scelte perché presentano “un elevato grado di complessità progettuale, una particolare difficoltà esecutiva o attuativa, una complessità delle procedure tecnico – amministrative” o hanno “un rilevante impatto sul tessuto socioeconomico“.

La lista delle opere, che era stata presentata a inizio dicembre, contiene innanzitutto sedici interventi sulla rete ferroviaria: si va dalla Alta velocità/Alta capacità Brescia-Verona-Padova e Napoli-Bari alla linea Palermo-Catania-Messina passando per il potenziamento della tratta Milano-Venezia, tutte opere che ora si punta a finanziare con il Next generation Eu e sono state quindi inserite nel Recovery plan approvato in consiglio dei ministri prima della crisi di governo. Poi ci sono quattordici infrastrutture stradali, dalla riqualificazione della Statale ionica e della Salaria al nuovo collegamento Ragusa-Catania, dodici infrastrutture idriche e dighe, la linea C della Metropolitana di Roma, il rilancio del porto di Palermo, la diga foranea di Genova e il rilancio della Darsena Europa di Livorno. Più dodici “presidi di pubblica sicurezza” da Milano a Reggio Calabria.

Ed ecco i commissari previsti dal Dpcm appena licenziato. Per la maggior parte si tratta di manager di Anas e Rfi, che sono tra le maggiori stazioni appaltanti del Paese: grazie ai loro bandi l’importo totale messo a gara nel 2020 – non il totale degli “appalti” come detto da Conte – è arrivato a 43,3 miliardi, contro i 39,4 del 2019, e dopo le proteste dell’Ance oggi Anas ha anche riavviato il corso di alcune aggiudicazioni che erano state rinviate sine die. Dunque l’ad di Anas Massimo Simonini, la nuova numero uno di Rfi Vera Fiorani e altri dirigenti e responsabili degli stessi gruppi avranno la responsabilità di gran parte delle opere. Simonini si occuperà della SS Ionica e della E 78 Grosseto Fano, la Fiorani della nuova linea Ferrandina – Matera La Martella, del potenziamento della Salerno – Reggio Calabria e della Taranto –Metaponto – Potenza– Battipaglia oltre che della chiusura dell’anello ferroviario di Roma.

L’ex ad di Rfi e attuale commissario straordinario per la messa in sicurezza dell’A24 e A25, Maurizio Gentile, sarà commissario per la linea C della Metropolitana di Roma. Per l’AV/AC Brescia-Verona-Padova c’è Vincenzo Macello (Rfi) che gestirà anche la Venezia Trieste, il completamento del raddoppio Genova Ventimiglia, il potenziamento della Orte Falconara e la Roma Pescara. Roberto Pagone, responsabile investimenti nel Sud Italia di Rfi, si occuperà della Napoli-Bari. Non mancano nemmeno i dirigenti Rfi in quiescenza come Filippo Palazzo a cui è affidata la realizzazione dell’asse Av-Ac Palermo-Catania-Messina. Per le opere portuali i prescelti sono invece i presidenti delle autorità portuali della zona, mentre i presidi di pubblica sicurezza sono affidati ai provveditori interregionali del Mit.

Il Movimento 5 Stelle festeggia quello che definisce “un altro passo avanti nel percorso delle semplificazioni“, e dare una spinta a “opere strategiche che creeranno sviluppo e posti di lavoro adeguando e potenziando assi strategici fondamentali per la crescita del Paese”. Italia viva con Maria Chiara Gadda rivendica: “E’ la dimostrazione che Italia Viva in questa crisi politica ha posto fondate questioni concrete e di merito. Chiedevamo da settimane di velocizzare queste nomine e di dare seguito in modo efficace ed efficiente all’attuazione delle misure concordate in maggioranza e approvate dal parlamento”.

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