Se tifoso scalmanato in stadio non c’è, c’è tifoso telecronista scalmanato a Diretta Stadio. Sagge parole maestro Boskov. Kitikaka scopre come sempre l’acqua calda. L’amico uligano che commenta il match della squadra del cuore in tv è un espediente antico. “Suor Paolaaaaa!!”. “Panconiiii!!”. Colpa di quel Fabio Fazio in gilet, ancora senza occhialetti pensosi da Benedetto Dionisi di Life120. Non c’è filtro e non c’è inganno, ma c’è tanta audience. Puledro cavalcato, luci accese a San Siro, dal direttorissimo Ravezzani, per parecchi anni. Memorabile Crudeli. Una specie di inno all’infarto con quattro triangolazioni del Milan. Anche se ultimamente a Qui Studio a Voi Stadio ci si è tutti un po’ impettiti e imborghesiti. A noi quindi toccano i cascami di una nobile tradizione su Italia 7 Gold. Epigoni performativi di una lunga trafila di tarantolati, posseduti, invasati. Filippo Tramontana per l’Inter e Valerio Pavesi per la Juventus.

Uno a un metro dall’altro a commentare il match del mese, quello per il quale perfino @iBambiniperZampini sono riusciti a mostrare signorile indifferenza. E come buon stereotipo lombrosian-freudiano calcistico che si rispetti Tramontana è quello con occhi e orecchie all’ingiù tipo Pluto, bocca arcuata verso il basso, tutto triste e cucciolotto. L’interista tipo, lamentazioni infinite, la sorte avversa, gli astri non allineati, la sfortuna anche questa volta, l’artrite all’alluce sinistro segno inconfutabile che niente scudetto nemmeno quest’anno. E sempre per la scuola del buon stereotipo Pavesi è quello carico come un tram preCovid, elettrizzato come un traliccio dell’Enel, tutto slogan motivazionali, AlPacino in Ogni Maledetta domenica, Sinisa Mihajlovic con piccolino senza giacca che non mostra le immagini del Bologna. Solo che per una sera i nerazzurri sembrano asfaltare i bianconeri. C’è chi pensa alla classica “bruschetta nell’occhio”. Chi risale alle cozze mangiate a mezzogiorno. Chi ipotizza la cassetta beta di un match del 1989 con Trapattoni senza il tupè di Conte messa su da qualche assistente di studio buontempone.

Tramontana, ovviamente, ostenta la solita tragicità del destino interista. L’Inter ingrana e lui soffre. L’Inter segna e lui esulta ma fa segno di stare calmi. L’Inter domina e lui prova con l’intossicazione da barbiturici (come Marylin). Dall’altra parte, invece, proprio lì a pochi palmi di distanza, si consuma l’ira funesta che nemmeno Adriano Pappalardo in Rimini, Rimini. Pavesi temporeggia nei primi minuti con qualche smorfia. Digrigna i denti all’improvviso. Chiude gli occhi. “Teniamo bene la marcatura, raga!”. “Facciamo sto pressing, raga!”. Poi segna Vidal. No, perché che in Inter Juventus del gennaio 2021 segnasse Vidal forse nemmeno il mago di Arcella. E allora lì Pavesi si infila nel tunnel del non ritorno. Iniziano le urla. “Dobbiamo sputare sangue”. “Vorrei entrare in campo per suonargliele”. “Dai Sali Giorgiooooo”. Poi Bastoni indovina uno dei cross-assist più incredibili della storia del calcio e Barella infilza i bianconeri. Pavesi è tutto un suono gutturale: “uuhhh”, “aaahhhh”, “nooooooooo”.

Tramontana prova a mostrare la sua gioia chiudendo tutte le finestre e accendendo il gas, ma niente. All’Inter tocca vincere sul serio. Pavesi congiunge le mani, prega, si dondola, “dai ragazzi io ci credo, ma voi no” (premio Tenco per i giornalisti in sala), si asciuga il sudore prima con la mano, poi con l’avambraccio. Tramontana prova definitivamente con un cappio, ma non c’è soffitto a cui appendersi. Pochi minuti alla fine e Pavesi, il milanese bianconero, erompe in un tonante, mostruoso, inequivocabile urlo: “MA BASTAAAA, BASTAAA, BASTAAA (letterale nel numero di parole e nel numero di A ndr). Voi direte: ma finisce così? No, perché in uno studiolo asettico e insonorizzato, in collegamento con Diretta Stadio, sembra addirittura con un camicione bianco con le maniche lunghe lunghe avvolte attorno al tronco, Tiziano Crudeli con una calma olimpica, con un lievissimo sussurro della voce, sedato con un camioncino di Xanax afferma: “Il centrocampo della Juve non è riuscito a supportare le punte”.

IL DISOBBEDIENTE

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