Care lettrici e lettori, proviamo a fare un po’ di chiarezza su un tema oggi molto caldo quale quello dell’utilizzo delle protesi mammarie. Le recenti problematiche che hanno coinvolto questi dispositivi, hanno suscitato molta ansia nelle donne a causa di tanta informazione imprecisa che si è diffusa sui social.

Le protesi mammarie sono dei dispositivi medici che possono essere posizionati dietro la ghiandola mammaria o dietro al muscolo pettorale, al fine di aumentare il volume di un seno piccolo oppure restituire una forma ad una mammella che ha subito un trattamento oncologico. Per rispondere alle tante domande che mi sono state fatte riguardo la sicurezza di questi dispositivi, ci tengo a precisare che le protesi mammarie sono regolamentate a livello europeo, dotate di marchio CE, e pertanto considerate sicure. Certo, come per alcuni farmaci, può accadere che nel corso delle costanti attività di vigilanza e sorveglianza svolte dalle Autorità Competenti Europee, alcuni prodotti o lotti possano essere ritirati, ma questo non significa mettere in dubbio la sicurezza di questi dispositivi.

Le protesi mammarie possono avere una superficie liscia o rugosa (detta testurizzata) e possono avere una forma rotonda oppure anatomica (detta a goccia). Il chirurgo dà indicazioni all’utilizzo di una specifica protesi rispetto ad un’altra sulla base delle caratteristiche fisiche della paziente e della quantità di tessuto mammario e adiposo.

Ritengo importante precisare, invece, che non si tratta di dispositivi permanenti, ciò significa che ogni paziente dovrà sottoporsi almeno ad una sostituzione nel corso della vita. Il numero delle sostituzioni aumenterà quanto più giovane è l’età della paziente al momento del primo impianto. Gli studi preliminari effettuati dal nostro Ministero della Salute sugli incidenti occorsi con questi dispositivi hanno evidenziato una durata di vita media dell’impianto di circa 7 anni.

È importante che il vostro medico di fiducia vi informi, già al momento della prima visita, di tutti i benefici, rischi e complicanze associate a questo tipo di chirurgia. Il chirurgo, al termine dell’intervento, vi dovrà fornire l’etichetta di ciascuna protesi impiantata con i riferimenti del numero seriale, numero di lotto, codice e nome della ditta produttrice, ai fini di una corretta tracciabilità dei dispositivi impiantati.

Visto che non sono permanenti, vediamo allora quali sono le principali cause che portano a sostituire le protesi mammarie. Le più frequenti sono la contrattura capsulare e la rottura del dispositivo. Entrambe queste condizioni non rappresentano una urgenza medica e l’intervento di sostituzione deve essere programmato col il vostro chirurgo di fiducia in condizioni di salute ideali. Un’altra condizione clinica che può portare alla rimozione delle protesi è l’insorgenza del linfoma anaplastico a grandi cellule. Si tratta di una rara malattia (3 casi su 100.000 pazienti con protesi, fonte Ministero della Salute) che può essere facilmente individuata con una ecografia mammaria. La rimozione della protesi porta a guarigione completa in più del 90% dei pazienti. Ad oggi, le cause di questa rara forma di linfoma non sono note, e non si comprende perché tra le pazienti impiantate tutte con la stessa tipologia di protesi, la malattia insorga solo in rarissimi casi. La ricerca si sta orientando verso l’individuazione di fattori genetici che potrebbero spiegare la maggiore predisposizione di alcune donne.

Rammentate che l’impianto di una protesi mammaria non cambia quelli che sono i regolari controlli di follow-up a cui ogni donna deve sottoporsi per controllare costantemente lo stato di salute del seno. In generale, se avete impiantato delle protesi per ragioni estetiche (per aumentare il volume del seno), in assenza di altre condizioni cliniche che richiedano un monitoraggio più stretto, dovrete sottoporvi ai controlli ecografici e mammografici almeno una volta l’anno. Se invece avete impiantato protesi per ragioni ricostruttive (a seguito di mastectomia per motivi oncologici) dovrete sottoporvi ai regolari controlli secondo le modalità e tempistiche indicate dal vostro medico di fiducia.

Alle donne con protesi quindi dico di vivere serene, effettuando le periodiche visite necessarie per valutare sia lo stato di salute del vostro seno che le condizioni dell’impianto protesico.

Articolo Precedente

Covid, in Norvegia 23 morti “associate alla vaccinazione” tra persone anziane e fragili. Aifa: “Nessun allarme, massima attenzione”

next
Articolo Successivo

Covid, la variante brasiliana? L’infettivologo Massimo Galli: “Tosta, ci tocca studiare parecchio”

next