Aveva meno di 15 anni e sognava di diventare una miss. Un universo di fama e passerelle, serate di gala e book fotografici. Scavando nei bassifondi di Palermo gli investigatori hanno invece trovato un circolo dell’inferno “in cui le ragazze venivano trattate come carne da macello”. Modelle minorenni trasformate in escort, scelte dai clienti consultando le foto nei cataloghi patinati. Al centro Francesco Pampa, 42 anni, e Massimiliano Vicari, 44 anni. Per le vittime erano semplicemente “Frà e Max”, i vertici dell’agenzia Vanity model management. Entrambi finiti in carcere, dopo un’operazione della polizia, con l’accusa di avere gestito un giro di prostituzione minorile di cui avrebbero beneficiato anche in prima persona. Ai domiciliari invece Filippo Giardi, 36 anni.

“Lui di solito mi dava 50 euro, bevevo vino bianco perché mi ubriacava e non mi faceva vomitare”, racconta una vittima agli investigatori riferendosi a Pampa. La sua testimonianza è spesso interrotta da lacrime e singhiozzi. “Succedeva che si aspettava di fare il casting in agenzia e dopo lo facevamo. Se facevi questa cosa lavoravi di più, è ovvio”. Il manager delle modelle, stando ad accuse e intercettazioni, in più occasioni avrebbe fatto da intermediario con i clienti. Uno di questi avrebbe incontrato più ragazze, anche nella stessa occasione, in una casa di campagna, nei pressi di Palermo: “Era grande, mi faceva schifo. Aveva troppi peli e una voce rauca”. Dai verbali i dettagli del tariffario, con adolescenti pagate fino a 200 euro, in contanti o tramite ricariche su carte prepagate. “Quando finivamo uscivamo dalla stanza, entrava Frà e probabilmente prendeva i soldi perché poi entrava da noi e ci dava i nostri”.

Tra gli habitué delle ragazzine ci sarebbero stati imprenditori, alcuni dei quali attivi nel settore dei cavalli, e pure uno chef di successo, spesso ospite nei programmi Rai. Gli inquirenti li hanno individuati riscontrando le dichiarazioni delle ragazze e i riconoscimenti fotografici. Alcune giovani sono state portate in trasferta a Milano e Verona, sempre per delle fiere internazionali di cavalli. Il primo evento, in Lombardia, risale ad aprile 2019 e a parlare è sempre una delle vittime: “Dopo cena siamo andate nelle stanze di questi uomini. Io non ce la facevo ad avere più rapporti nella stessa sera. Quando ho finito mi sono alzata e sono andata via. Siamo rimaste a Milano per una settimana o quattro giorni e ricordo che siamo stati con gli stessi uomini anche un’altra sera”.

Alcuni clienti, come un imprenditore partenopeo, avrebbero manifestato “un morboso interesse verso le modelle minorenni, accollandosi le spese di viaggio oltre a quelle del cachet”, appuntano i magistrati nell’ordinanza di custodia cautelare. In un’intercettazione, in cui si pianificava una trasferta a Napoli, il cliente ne parla senza mezzi termini con il manager palermitano, trovando pure la soluzione ai “troppi giorni di scuola” che sarebbero stati persi. “Con l’aereo, con l’aereo. Fanno pure la scuola la mattina, perdono solo il sabato. Gli diamo 80-100 euro puliti in tasca”. Un vortice di chiamate per concordare appuntamenti e trasferte in cui Pampa dettava le regole alle ragazze, imponendo la massima prudenza al telefono. “Quando noi conversiamo poi devi cancellare tutto perché sono cose delicate”, diceva a una modella ingaggiata per un set di scatti hot in una mansarda. “Il fotografo – spiega alla ragazza – è un artista. Mi ha detto che dobbiamo fare tutto con delicatezza, anche perché avrai una maschera. Se tu devi lavorare con noi devi cancellare le chat”.

I manager avrebbero instaurato un rapporto di massima fiducia con le modelle dell’agenzia, salvo poi imporre, secondo la ricostruzione degli investigatori, un rapporto sessuale a settimana pena il licenziamento. “Io mi sentivo brutta – racconta un’altra presunta vittima – lui invece mi dava forza e sicurezza, mi aiutava, ma in realtà mi ha distrutta”. Pure questa modella assicura di avere partecipato alle serate milanesi di gala, al termine delle fiere dei cavalli. “Hanno insistito dicendo che avrei potuto guadagnare un sacco di soldi se stavo con uno di questi uomini”, “Francesco e Max mi vendevano come una escort, continuando a propormi rapporti con altri uomini”.

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