Come previsto nella Nota di aggiornamento al Def, l’anno della pandemia ha fatto segnare un record negativo nel recupero dell’evasione fiscale. Stando ai dati del ministero dell’Economia, tra gennaio e novembre 2020 il gettito da attività di accertamento e controllo è crollato a 7,446 miliardi di euro: 3,435 miliardi in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, con un calo del 31,6%. E’ l’effetto della sospensione dei termini di versamento decisa con il decreto Cura Italia e poi prorogata visto che l’emergenza Covid non è ancora finita. Stando alla Nadef il 2020 si chiuderà con un recupero di soli 8,8 miliardi, 6,8 in meno rispetto al 2019.

Ora, dopo che l’1 gennaio è ripartito l’invio di cartelle esattoriali e altri atti di accertamento per un totale di 50 milioni, il governo sta valutando se scaglionarne l’arrivo per evitare “50mila persone in fila alle poste per ritirarle in un momento in cui non si possono fare assembramenti”, come ha spiegato la viceministro dell’Economia Laura Castelli. “Quindi c’è bisogno di un’operazione di saldo e stralcio per ridurre il più possibile queste emissioni”.

Sempre nei primi 11 mesi del 2020 le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica ammontano a 393,6 miliardi di euro, in calo di di 11,2 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno 2019 (-2,8%). La variazione negativa secondo il Mef riflette sia il peggioramento congiunturale dovuto alla seconda ondata sia le misure adottate dal governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria. In fortissima diminuzione le entrate da giochi: 9 miliardi, 4,9 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel solo mese di novembre le entrate tributarie hanno registrato una variazione positiva di 11,1 miliardi (+24,8%) determinata dalle imposte dirette che hanno evidenziato un andamento positivo di 11,1 miliardi (+55,7%), considerato che nel 2019 i versamenti delle imposte autoliquidate erano slittati, per ragioni di calendario, al mese di dicembre. Le imposte indirette hanno invece segnato un incremento più contenuto pari a 26 milioni di euro (+0,1%), determinato dal versamento a saldo dell’imposta di fabbricazione sugli oli minerali (+45,9%) relativa al periodo aprile-agosto 2020.

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