Quattro morti, 13 feriti e 52 arresti. Sono questi i numeri – ancora provvisori – di una delle giornate più difficili per la storia della democrazia americana, con i sostenitori di Donald Trump che hanno invaso Washington e assaltato Capitol Hill mentre deputati e senatori erano riuniti per ratificare la vittoria del democratico Joe Biden, prossimo presidente degli Usa. Il Congresso americano è stato trasformato in un campo di battaglia, con i parlamentari costretti a fuggire indossando maschere anti-gas e la polizia armi in pugno contro i manifestanti che sono riusciti ad entrare fino all’emiciclo e hanno invaso anche alcuni uffici, compreso quello della speaker Nancy Pelosi. Il capo della polizia di Washington, Robert Contee, nel corso di una conferenza stampa, ha fatto sapere che dei 52 arrestati 4 lo sono stati per possesso di pistole, uno per possesso di arma proibita, 47 per violazione del coprifuoco e ingresso illegale al Congresso.

Dopo una sospensione durata alcune ore, è poi ripresa la sessione congiunta per la certificazione dei voti di Biden. Aprendo la nuova seduta, il vice-presidente Mike Pence ha condannato duramente l’assalto dei sostenitori di Trump: “Non avete vinto, la violenza non vince mai“, ha detto prendendo così le distanze da quanto avvenuto, anche grazie alle parole incendiare del presidente, che dopo l’assalto ha tuonato di nuovo. “Questo succede se una vittoria è strappata ai patrioti”, uno dei suoi tweet. E il tycoon ha anche continuato a telefonare ai senatori per chiedere loro di andare avanti con la presentazione delle obiezioni alla certificazione del successo di Biden, ma il Senato le ha progressivamente respinte. Alle 3.33, ora di Washington, con i tre voti del Vermont, il democratico ha superato la quota di 270 voti elettorali e quindi il Congresso lo ha proclamato vincitore. Biden e Kamala Harris giureranno il 20 gennaio. “Anche se sono totalmente in disaccordo con il risultato delle elezioni ci sarà una transizione ordinata verso il 20 gennaio”, ha affermato Trump a notte fonda in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca.

L’atteggiamento di Trump – condannato da tutti i suoi predecessori, compreso George W. Bush jr – è destinato ad avere ripercussioni nei prossimi 14 giorni, gli ultimi della sua presidenza. E perfino dentro la Casa Bianca c’è chi si è spinto a ragionare attorno al 25esimo emendamento della Costituzione, che consentirebbe di esautorare il tycoon dei suoi poteri. Tra i primi effetti c’è stata la decisione del vice consigliere di Trump per la sicurezza nazionale, Matt Pottinger, che ha presentato le sue dimissioni. Ma l’elenco è destinato ad allungarsi già nelle prossime ore. Intanto il sindaco di Washington Muriel Bowser ha dichiarato lo stato di emergenza nella capitale americana per 15 giorni, ovvero fino al 21 gennaio, il giorno successivo al giuramento di Biden, confermando anche il coprifuoco. L’allarme però resta alto, dopo un assalto costato 4 morti – tre per emergenze mediche oltre alla veterana dell’aeronautica fan di Trump, colpita al petto dal colpo di pistola di un agente – e 52 arresti. Nella notte, tra l’altro, sono state trovate e disinnescate dall’Fbi due bombe artigianali vicino ai quartieri generali del partito repubblicano e democratico nel centro di Washington.

CRONACA ORA PER ORA

19.39 – La ministra dei Trasporti lascia l’incarico: attesa raffica di dimissioni nell’amministrazione Usa
Elaine Chao, il ministro dei Trasporti e moglie di Mitch McConnell, si è dimessa in seguito agli scontri in Campidoglio. In realtà un’ondata di dimissioni è attesa all’interno dell’amministrazione Usa, dove anche i fedelissimi stanno valutando di lasciare prima del 20 gennaio dopo le violenze in Campidoglio. Secondo indiscrezioni, in cima alla lista dei papabili dimissionari ci sarebbe il consigliere alla sicurezza nazionale Robert O’Brien. Sta valutando un’uscita di scena anche Chris Liddell, assistente del presidente e vice capo dello staff. Finora hanno lasciato il vice consigliere per la sicurezza nazionale Matt Pottinger, la vice portavoce della Casa Bianca Sarah Matthews e l’inviato speciale in Irlanda del Nord ed ex capo dello staff Mick Mulvaney.

18.38 – Primo repubblicano favorevole al 25° emendamento
“È con il cuore pesante che per il bene della democrazia chiedo che venga invocato il 25esimo emendamento”, ha dichiarato Adam Kinzinger, che diventa così il primo deputato repubblicano a schierarsi ufficialmente in favore dell’invocazione del 25esimo emendamento per rimuovere Donald Trump dalla presidenza.

18.35 – Johnson contro Trump: “Ha fomentato disordini”
Il recente comportamento di Donald Trump è stato “completamente sbagliato”. Il primo ministro britannico Boris Johnson condanna le azioni del presidente americano e si dice “molto felice” della conferma di Joe Biden come presidente eletto. “Nella misura in cui ha incoraggiato la gente a fare irruzione nel Campidoglio, nella misura in cui ha costantemente posto dubbi sui risultati di elezioni libere ed eque, penso sia stato completamente sbagliato, quello che il presidente Trump ha detto è completamente sbagliato”, ha affermato Johnson.

18.08 – L’ex ministro Barr: “Tradimento del suo incarico”
L’ex ministro della Giustizia degli Stati Uniti, William Barr, ha definito “tradimento del suo incarico e dei suoi sostenitori” la condotta del presidente Donald Trump di fronte all’assalto di suoi sostenitori al Campidoglio. In una dichiarazione all’Associated Press, Barr ha detto che “orchestrare una folla per fare pressione sul Congresso è imperdonabile”. Barr è stato uno dei difensori più fedeli di Trump nel governo, si è dimesso il mese scorso a causa delle tensioni sulle denunce infondate di frode elettorale da parte di Trump e sulle indagini sul figlio di Joe Biden.

17.40 – I democratici chiedono di fare ricorso al 25° emendamento
È il momento di invocare il 25esimo emendamento e rimuovere “immediatamente” Donald Trump. Lo afferma il leader dei democratici in Senato, Chuck Schumer.

11.46 – Ministro del Tesoro Usa: “Violenza inaccettabile”
“La violenza avvenuta la scorsa notte al Campidoglio a Washington è del tutto inaccettabile”, ha detto Steve Mnuchin parlando da Gerusalemme, dove ha incontrato il premier Benyamin Netanyahu. “Ora – ha aggiunto – è tempo per la nostra nazione di tornare unita e di rispettare il processo democratico negli Usa”.

10.40 – Conte: “Non vediamo l’ora di lavorare con Biden”
“Il Congresso americano ha certificato la vittoria elettorale di JoeBiden. Non vediamo l’ora di lavorare assieme al Presidente Biden e alla Vice Presidente KamalaHarris per promuovere insieme un’agenda globale di crescita, sostenibilità e inclusione”. Lo scrive su Twitter il premier Giuseppe Conte.

10.14 – Trump: “Il mio mandato, il più grande della storia”
“È la fine del più grande mandato presidenziale della storia, ma è solo l’inizio della nostra lotta per fare l’America di nuovo grande”: lo afferma Donald Trump in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca. “Ho sempre detto che continueremo la nostra lotta per assicurare che solo i voti legali contino”, aggiunge Trump.

10.04 – Trump: “La transizione sarà ordinata”
“Anche se sono totalmente in disaccordo con il risultato delle elezioni ci sarà una transizione ordinata verso il 20 gennaio”, giorno del giuramento e dell’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca: lo afferma Donald Trump in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca.

10.03 – Merkel: “Deploro atteggiamento di Trump”
Le immagini arrivate agli Usa “mi hanno riempito di rabbia e tristezza”. Lo ha detto Angela Merkel, intervenendo a una manifestazione politica della Csu, per via virtuale. “Deploro che il presidente Trump non abbia riconosciuto le sconfitta alle elezioni da novembre e che non lo abbia fatto neppure ieri”, ha aggiunto. “Dubbi sono stati sollevati sull’esito delle elezioni e si è preparata l’atmosfera per gli eventi della notte scorsa”.

9.40 – Il Congresso proclama Biden e Harris
Il Congresso ha proclamato Joe Biden e Kamala Harris presidente e vicepresidente degli Stati Uniti al termine della seduta del Congresso a camere riunite per certificare i voti del collegio elettorale, vinto dal ticket dem con 306 voti contro i 232 di quello repubblicano. Il parlamento ha respinto alcune contestazione avanzate da esponenti repubblicani dopo che la seduta era stata interrotta per l’assalto dei manifestanti pro Trump a Capitol Hill. Biden e Harris giureranno il 20 gennaio.

9.33 – Biden supera i 270 voti elettorali: è presidente
Alle 3,33 ora di Washington, con l’assegnazione dei 3 voti elettorali del Vermont, Joe Biden ha superato quota 270 voti elettorali, necessaria per l’attribuzione definitiva della presidenza.

9.10 – Fbi lavora per identificare i violenti: “Dateci informazioni utili”
L’Fbi, al lavoro per “identificare gli istigatori della violenza” delle ultime ore a Washington, ha chiesto la collaborazione della popolazione. “L’Fbi cerca informazioni che aiutino a identificare i soggetti che stanno istigando in modo attivo la violenza a Washington – si legge in un comunicato diffuso sul sito web dell’agenzia – Se avete assistito ad atti di violenza illegali, vi invitiamo a trasmetterci informazioni, foto o video che possano essere utili”.

8.30 – Senatrice e deputata Dem chiedono ricorso a 25esimo emendamento
La senatrice democratica di Washington Patty Murray e la deputata democratica della Pennsylvania Madeleine Dean hanno chiesto che si faccia ricorso al venticinquesimo emendamento per rimuovere Donald Trump dalla carica di presidente degli Stati Uniti prima del 20 gennaio, giorno previsto del giuramento di Joe Biden.

8.15 – La polizia: “Neutralizzate tutte le minacce”
Le forze di polizia di Capitol Hill hanno annunciato di aver riportato sotto controllo la minaccia alla sicurezza per tutti gli edifici del complesso del Campidoglio di Washington dopo l’assalto di ieri. “Tutti gli edifici del complesso del Campidoglio: la polizia ha rimosso la minaccia alla sicurezza esterna. La polizia continuerà a mantenere il perimetro di sicurezza”, recita un messaggio delle forze dell’ordine riportato dalla Cnn.

7.25 – Respinta l’obiezione del Nevada
Il vicepresidente Mike Pence ha respinto l’obiezione alla certificazione dei voti elettorali per il Nevada per l’assenza della firma di un senatore, necessaria a sospendere la sessione congiunta e a permettere alle due Camere di dibattere separatamente sulla mozione prima della ripresa dei lavori in plenaria. L’obiezione recava infatti la sola firma del deputato repubblicano del Nevada Mo Brooks deciso “a proteggere i voti legali del Nevada e di tutti gli altri cittadini americani”. Lo stesso Brooks ha osservato tuttavia che “purtroppo” nessun senatore di era unito ai suoi sforzi.

7.24 – Anche senatore Graham scarica Trump
Il senatore Gop Lindsey Graham ha rigettato l’idea di istituire una commissione per esaminare le elezioni del 2020 e ha affermato che Joe Biden è il “presidente legittimo degli Stati Uniti”. Graham, un repubblicano della Carolina del Sud e alleato di lunga data del presidente Donald Trump, ha definito “un’idea straordinariamente cattiva” quella di ritardare l’esito delle elezioni” e si è chiamato fuori dicendo: “Non contate su di me, quando è troppo è troppo”.

7.10 – Respinta l’obiezione di Pennsylvania e Missouri
Il Senato degli Usa ha rapidamente respinto l’obiezione alla vittoria di Joe Biden in Pennsylvania sollevata dal rappresentante repubblicano Scott Perry della Pennsylvania e dal senatore repubblicano Josh Hawley del Missouri.

7.05 – Fbi indaga su assalto al Congresso
L’Fbi sta assistendo la polizia di Washington nell’identificare coloro che “hanno istigato violenza”. Una linea telefonica dedicata è a disposizione per chi avesse informazioni, foto e video. Il fatto che molti dei manifestanti non indossavano la mascherina potrebbe facilitare il compito dell’identificazione.

6.20 – Clinton: “Assalto frutto di 4 anni di politica al veleno”
L’ex presidente Usa Bill Clinton ha affermato che l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti è stato alimentato da quattro anni di “politica al veleno” e acceso dal presidente Donald Trump. Clinton ha affermato in una dichiarazione mercoledì sera che la rivolta è il risultato di una combinazione di disinformazione deliberata che ha creato sfiducia nel sistema e mette gli americani l’uno contro l’altro. “La miccia è stata accesa da Donald Trump e dai suoi più ardenti facilitatori, compresi molti al Congresso, per ribaltare i risultati di un’elezione che ha perso”, ha detto Clinton.

6.00 – Ritirata obiezione della Georgia
È stata ritirata l’obiezione ai risultati delle elezioni americane in Georgia per presunta frode. Lo rende noto il vicepresidente Mike Pence, sostenendo che l’obiezione non può essere “presa in considerazione”. L’annuncio è stato accolto da un forte applauso.

5.00 – Camera respinge prime obiezioni repubblicani
Anche la Camera, come previsto, ha respinto la mozione di alcuni repubblicani per contestare i voti del collegio elettorale dell’Arizona ma i sì (tutti del Grand Old Party) sono stati 122, poco sotto i 140 previsti (sui 211 totali) prima delle proteste violente dei manifestanti pro Trump al Congresso. Ciò significa che la maggioranza del partito continua a condividere le accuse di brogli o di elezioni illegittime.

2.40 – Anche Facebook blocca account Trump
Facebook ha bloccato Donald Trump per 24 ore. Mark Zuckerberg, secondo le ricostruzioni di Axios, avrebbe definito la situazione a Washington un’”emergenza” e, in una email ai dipendenti, ha assicurato che si stavano valutando altre misure per tenere la gente al sicuro.

2.11 – Obama: “Violenza incitata dalle bugie di Trump”
La violenza al Congresso è stato un momento di “grande disonore e vergogna” per gli Stati Uniti ma non “una completa sorpresa”. Lo afferma l’ex presidente statunitense Barack Obama sottolineando che la violenza è stata la conseguenza di una “narrativa di fantasia” dei repubblicani. Ed è stata “incitata di un presidente che ha continuato a mentire sul risultato delle elezioni”.

1.15 – Twitter blocca l’account di Trump
Twitter ha bloccato l’account di Donald Trump per 12 ore. Lo comunica la società spiegando che ulteriori violazioni delle politiche di twitter, incluse quelle sulle minacce violente, si tradurranno in una sospensione permanente dell’account. Nelle scorse ore, per la prima volta, il social network aveva cancellato alcuni degli ultimi cinguettii di Donald Trump, fra i quali il video registrato in cui invitava i manifestanti ad andare a casa pur continuando a denunciare brogli elettorali.

1.05 – Bush: “Insurrezione da Repubblica delle Banane”
L’ex presidente repubblicano George W. Bush condanna l’”insurrezione” al Congresso degna – dice – di una “Repubblica delle banane”.

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