In Germania fino a fine mese, in Austria fino al 24 gennaio: Berlino e Vienna decidono per la proroga del lockdown duro per contenere la crescita dei contagi da coronavirus. Le misure restrittive tedesche sono in vigore già da prima di Natale (dal 16 dicembre). Il governo austriaco invece aveva deciso la serrata totale a partire dal 27 dicembre e inizialmente avrebbe dovuto durare solo tre settimane. Anche in Italia governo e Regioni si confrontano sulle misure post-Epifania: non sarà un “liberi tutti”, ma la zona rossa per il momento potrebbe riguardare solo il weekend del 9-10 gennaio. Il dibattito riguarda soprattutto la riapertura delle scuole: bisognerà evitare la situazione del Regno Unito, dove oggi si assiste a un rientro in classe a macchia di leopardo, mentre il governo di Boris Johnson evoca ormai apertamente un terzo lockdown nazionale per far fronte al dilagare della cosiddetta ‘variante inglese’ del Covid. Una decisione già presa in Scozia a partire dalla mezzanotte di oggi.

Berlino – Il governo federale tedesco e quelli dei 16 Länder hanno raggiunto un’intesa per prorogare il lockdown fino al 31 gennaio: “Tutti i Länder tranne due sono d’accordo per la fine di gennaio”, ha riferito l’agenzia di stampa Reuters. La Bild e altri media tedeschi confermano, precisando però che la decisione finale sarà presa domani, martedì 5 gennaio, dalla cancelliera Angela Merkel e dai 16 primi ministri. Baviera, Sassonia e Turingia – che attualmente registrano un numero particolarmente elevato di nuovi casi – hanno sostenuto con forza l’estensione fino a fine mese del blocco, in vigore dal 16 dicembre e che prevede la chiusura di scuole, bar, ristoranti e molti negozi.

Il presidente della Baviera, Markus Söder, aveva già annunciato domenica sera l’estensione delle misure fino alla fine di gennaio, specificando che anche sui prossimi mesi vige l’incertezza e si naviga “a vista“. La Germania ha registrato 9.847 nuovi contagi e 302 decessi nelle ultime 24 ore. Secondo l’Istituto Robert Koch, però, il calo dei contagi potrebbe essere dovuto al minor numero di test eseguito durante le festività natalizie. Il paese è reduce da una settimana in cui per la prima volta è stata superata la soglia dei mille morti in un giorno. La popolazione è preoccupata ed ha accettato il nuovo lockdown imposto dal governo. La cancelliera Merkel aveva fissato in 50 positivi ogni 100mila abitanti in sette giorni la soglia sotto la quale era necessario scendere per togliere le restrizioni. Ad oggi l’incidenza settimanale è ancora di 139,4 casi ogni 100mila abitanti, con enormi differenze tra un Land e l’altro: la Sassonia registra 323 casi, lo Schleswig-Holstein 78,2.

Vienna – In Austria il lockdown viene invece prolungato fino al 24 gennaio. L’opposizione ha bocciato la possibilità che era stata prevista di farsi testare per poter accedere al lavoro e pertanto commercio, gastronomia, turismo e scuole resteranno chiuse almeno per altre tre settimane. Lo ha annunciato il presidente del gruppo parlamentare Övp, August Wöginger, in un’intervista all’agenzia di stampa austriaca Apa. Precedentemente era stata prevista l’apertura il 18 gennaio, per chi fosse risultato negativo al test: Vienna aveva infatti deciso il lockdown a partire dal 27 dicembre, con negozi, bar e ristoranti chiusi e “coprifuoco” di 24 ore al giorno. La vera novità doveva essere lo screening di massa, in programma il 16 e 17 gennaio: si prevedeva la fine delle restrizioni per chi avesse avuto un esito negativo. La nuova strategia però è stata bocciata in Parlamento.

Londra – Riapertura a macchia di leopardo delle scuole nel Regno Unito, a conclusione delle tradizionali vacanze natalizie britanniche, in un clima d’incertezza fra famiglie, presidi e insegnanti. A tornare sui banchi sono stati stamane solo alcuni bambini delle elementari in una parte di contee dell’Inghilterra, dopo il prolungamento della chiusura deciso invece per tutte le secondarie del Regno almeno fino al 18 gennaio e allargato poi in diversi territori (inclusa Londra) anche ai più piccoli. Ieri il premier Johnson ha invitato i genitori a mandare i figli a scuola, dove consentito, parlando comunque di “rischi molto, molto bassi” nella specifica realtà delle aule. Ma ha ammesso che la situazione generale dei contagi nel Paese, favorita dalla diffusione accelerata del nuovo ceppo “inglese”, potrebbe imporre un ulteriore giro di vite sulle restrizioni a breve. Concetto ribadito oggi dal suo ministro della Sanità, Matt Hancock, il quale non ha escluso un terzo lockdown nazionale imminente sostenendo che il sistema attuale dei ‘tier’ (le allerte locali graduato secondo 4 livelli di pericolo) “non è più sufficiente di fronte alla variante” emersa in queste settimane: variane responsabile in buona parte dell’ultima impennata di casi sull’isola sino a oltre 50mila al giorno negli ultimi 6 giorni.

Glasgow – La Scozia invece torna già in lockdown dalla mezzanotte. Lo ha annunciato la first minister del governo locale, Nicola Sturgeon, in attesa che il governo centrale britannico formalizzi anche in Inghilterra la stretta preannunciata dal premier Johnson. Sturgeon si è detta “più preoccupata che a marzo” e ha indicato un confinamento di “3 o 4 settimane”. La Scozia a dicembre non aveva adottato un secondo lockdown a differenza dell’Inghilterra, pur mantenendo restrizioni severe.

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