Sì, sono d’accordo con voi. In un momento del genere non se ne può più di no-vax, negazionisti, riduzionisti et similia. Di fronte a un’emergenza, bisognerebbe avere maggiore buon senso. Affidarsi a scienza e medicina, invece di cedere a paure inconsce e dettate (nei casi più felici) dalla più becera ignoranza. E dirò di più, cara maggioranza eterosessuale: adesso capite come ci sentiamo noi persone Lgbt+ di fronte al “negazionismo arcobaleno”. Direte voi: ma che c’entra?

Nel rapporto diretto tra pandemia e questione Lgbt+ nulla, va da sé. Stiamo parlando di due cose differenti. Salute pubblica da una parte, qualità della democrazia dall’altra. Ma a livello di approccio alle questioni, invece, il parallelismo c’è. Perché seppur di fronte a fenomeni non assimilabili, sempre di emergenze si tratta. Due virus molto diversi. Uno, il coronavirus, si trova “in natura” (qualsiasi cosa voglia significare il sintagma in questione). L’altro è qualcosa che nasce e infetta la cultura di massa. E le reazioni ai rimedi proposti sono sostanzialmente le stesse.

Il coronavirus genera il Covid-19 e parrebbe uccidere di più, in linea di massima, categorie specifiche: persone anziane o con patologie pregresse gravi e importanti, chi lavora nell’ambito sanitario, ecc. I sentimenti d’odio che si sviluppano contro fasce sociali specifiche (donne, migranti, persone Lgbt+ appunto) colpiscono categorie altrettanto vulnerabili. Il femminicidio e le violenze di genere, l’omotransfobia, le aggressioni (verbali e fisiche) contro profughi e richiedenti asilo hanno vittime prescelte. Sì, ok, sto ancora seguendo binari paralleli. Come dicevo, è l’approccio ai rimedi proposti che rende uguali le questioni.

Chi si interessa di politiche di genere e parità dice da molto tempo che educazione sessuale e alle differenze sono “vaccini” culturali efficaci contro sentimenti d’odio che infettano la nostra società da troppo tempo. E lì non c’è distanziamento sociale che tenga. Media, narrazioni collettive, gli stessi programmi dei partiti politici (a destra soprattutto, ma anche a sinistra non si scherza) sono intrisi di quel pregiudizio che poi porta a tutti i mali accennati. E come reagiscono i “no-vax dell’arcobaleno”? Si inventano il “gender”.

Il gender sta ai percorsi di educazione alle differenze nelle scuole, come i feti abortiti stanno ai componenti del vaccino anti-Covid. Miti e leggende metropolitane che, a furia di essere urlate come vere, diventano “realtà”. O post-verità, se preferite. Così come il “gender” trasforma i vostri figli in drag queen a corrente alternata, le oscure componenti del vaccino – tra 5G e microchip iniettati – trasformano le vostre coscienze per asservirle al “pensiero unico”. Vi dice qualcosa?

Così come i vaccini cambierebbero la struttura genetica del nostro corpo – è noto a tutti che quando ci vaccinano sviluppiamo branchie, diventiamo più resistenti al freddo e depositiamo uova da nascondere in frigo, sperando che la vicina non se ne accorga – interventi quali linguaggio inclusivo, politiche di contrasto alla violenza, provvedimenti come la legge Zan muterebbero alla radice il dna della nostra cultura, sostituendo all’ordine previsto nel creato al disordine portato dall’uomo e dal suo furore (scientifico, nel caso del Covid-19).

Così come il coronavirus nasce da un esperimento sfuggito da un laboratorio cinese, tutto il comparto “diritti civili” viene bollato come sperimentazione sulla nostra società, con lo scopo di creare automi obbedienti – se distruggi il contesto sociale tradizionale, questa la tesi, non rimarrà alcun solido appiglio a cui ancorare la tua identità – al già citato pensiero unico. L’intervento umano che corrompe la natura, questa la sintesi. Ci sono fior di filosofi che ci hanno costruito carriere e ospitate televisive su quest’immaginario apocalittico.

Così come voi, cari eterosessuali attoniti, eravate inorriditi di fronte ai raduni di no mask e no vax che urlavano in piazza – goccioline a seguito – che il virus non esiste o che il vaccino ci distruggerà, noi persone di buona volontà inorridivano quando vedevamo i big dell’omofobia far le solite passerelle tra congressi per le famiglie e family day. E sarebbe interessante, per altro, notare quali forze politiche ammiccano e partecipano a questi raduni, giusto per aver chiaro il quadro complessivo.

Ricapitolando: ci sono i no vax della fialetta e quelli che non vogliono vaccinare la società contro pregiudizi e stereotipi. E se avete un po’ di buon cuore e un’intelligenza pronta e ricettiva, potrete capire lo sgomento.

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