Il Tribunale Federale Svizzero revoca la squalifica del nuotatore cinese Sun Yang, tre ori olimpici e dodici mondiali nel nuoto, fermato per 8 anni lo scorso 28 febbraio dal Tas di Losanna. Al centro del ricorso dell’atleta, che per l’accusa avrebbe tentato di evitare i controlli antidoping arrivando a distruggere le provette, c’era la tesi dell’imparzialità del panel del Tas, presieduto dall’ex ministro Franco Frattini. Una ricostruzione che il Tribunale Federale Svizzero, chiamato a pronunciarsi su vizi di forma, ha accolto annullando la sentenza di condanna. Sun Yang potrà quindi tornare a nuotare almeno fino a febbraio, quando dovrebbe tenersi il nuovo processo.

Tra le accuse di imparzialità avanzate dai legali del pluridecorato c’erano, oltre al suo comportamento durante l’udienza, anche alcuni tweet di Frattini contro il maltrattamento di animali in Cina. In uno del 23 aprile 2019, l’ex ministro italiano parlava di “vergogna” per queste pratiche e accusava le autorità di “tollerare” la pratica. Il Tribunale Svizzero ha quindi rimandato al Tas la questione affinché si tenga un nuovo processo con giudici diversi. Sun Yang, di cui Gregorio Paltrinieri è stato rivale nei 1.500 metri, dovrà quindi ancora difendersi dalle accuse, compresa quella di aver distrutto una provetta di sangue, presa a martellate dal suo bodyguard.

L’agenzia antidoping Wada, dopo il pronunciamento, ha ribadito di aver “chiaramente vinto” il giudizio di merito “in quanto è stata in grado di dimostrare che c’erano una serie di aspetti della decisione federale originale che erano errati secondo il codice mondiale antidoping e il relativo standard internazionale per i test e le indagini”. La Wada ha quindi aggiunto che “si adopererà per presentare nuovamente il suo caso in modo energico quando la questione tornerà al Tas”.

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