Un faccia a faccia telefonico con uno dei membri del Fsb, i servizi di sicurezza interni russi, coinvolto nel suo tentato assassinio. È quanto sostiene di essere riuscito ad ottenere Alexei Navalny, l’oppositore russo avvelenato il 20 agosto scorso, in un video pubblicato sui suoi canali social in cui ha diffuso la registrazione di un colloquio con quello che dice essere Konstantin Kudryavtsev, “chimico militare del gruppo di avvelenatori del Fsb responsabile di ripulire le tracce di armi chimiche dopo che è stato commesso un crimine” e dal quale, dice, si è fatto raccontare dell’operazione per avvelenarlo.

Il blogger anti-Putin dice di aver contattato Kudryavtsev fingendo di essere un alto funzionario incaricato di indagare sulla missione e che l’uomo ha spiegato che se non fosse stato effettuato un atterraggio di emergenza a Omsk e i sanitari non fossero intervenuti tanto rapidamente “il risultato sarebbe stato diverso”, spiega la testata online Meduza.

Il chimico avrebbe poi fornito un ulteriore particolare sul metodo di avvelenamento: la tossina, continua Navalny, potrebbe essere stata applicata sulle mutande, dato che Kudryavtsev, che chiarisce di non aver partecipato all’operazione per somministrare il veleno, ha risposto alla domanda su dove ci si può aspettare una più alta concentrazione di residui della sostenza sui vestiti di Navalny indicando l’interno delle mutande e in particolare le cuciture nella zona inguinale, secondo quanto riportato da Bellingcat. “Da questo nastro – conclude l’oppositore – si capisce come il ladro Putin abbia creato un mostruoso sistema con lo scopo di rimanere al potere”.

Ma in serata è lo stesso Fsb a replicare alle dichiarazioni di Navalny dichiarando che il video in questione è “un falso”. Per i servizi segreti russi, l’inchiesta di Navalny è “una provocazione pianificata” che “non avrebbe potuto avere luogo senza il supporto organizzativo e tecnico di intelligence straniere“.

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