Mesto il Natale 2020 e forse non avrebbe potuto essere altrimenti. A raccontarlo sono le stime dell’indagine di Confcommercio sugli acquisti natalizi da cui emerge che un albero ogni quattro rimarrà senza neppure un pacco. Il 25% degli italiani non farà insomma neppure un regalo. La ragione è facilmente intuibile. Difficoltà economiche legate al periodo ma anche l’impossibilità di celebrare il “rito”: a causa dell’emergenza sanitaria, sarà praticamente impossibile il classico scambio con parenti e amici. In ogni caso, appena il 17 euro su 100 di quelli che arriveranno con la tredicesima sarà destinato ai regali, mentre la maggior parte, oltre 67 euro su 100 verrà utilizzata per spese per la casa, risparmio, tasse e bollette. Alla fine la spesa media per i doni natalizi sarà di 164 euro a testa, circa 5 euro in meno rispetto al 2019. Soprattutto diminuiscono i regali “importanti”, con un costo di oltre 300 euro che risultano il 31% in meno dello scorso anno. Nel complesso la spesa per i doni scende dai 9 miliardi dello scorso anno a 7,3 miliardi.

Il risparmio è soprattutto forzoso – Le cifre disegnano però una realtà più variegata e complessa di quel che potrebbe sembrare ad una prima lettura, come ci spiega il direttore dell’ufficio studi di Confcommercio Mariano Bella. “Le spese di dicembre sono state plasmate da tre fenomeni. Le tredicesime, è vero, sono più basse di un anno fa, anche se le misure di sostegno ai redditi hanno sinora limitato la contrazione delle buste paga rispetto a quella del prodotto interno lordo” nota Bella, che aggiunge: “Registriamo però anche una certa voglia di reagire, di spendere. Non dimentichiamo che in questi mesi è molto aumentata la liquidità depositata su conti correnti (più 60 miliardi nei primi 6 mesi del 2020, ndr)”. Ma perché questa liquidità aumenta? “Solo in parte per ragioni prudenziali, per paura di trovarsi in futuro in difficoltà. In buona misura si tratta invece di risparmio forzoso, vorrei comprare ma non posso farlo”. In quest’ottica il responsabile dell’ufficio studi di Confcommercio, ritiene che dicembre potrebbe forse ancora riservare qualche sorpresa positiva. La scelta di non fare regali cresce solo limitatamente per cause economiche. Pesano l’impossibilità di scambiarli e anche un atteggiamento più sobrio, viste le tante vittime causate dalla pandemia.

Più alimentari e più libri, crollano gli spettacoli- Il Covid avrà effetto sulla quantità ma anche sulle abitudini. L’incertezza ha ridimensionato gli acquisti anticipati, effettuati già a novembre. Solo un italiano su cinque si è “portato avanti”, l’anno scorso erano stati oltre uno su quattro. La percentuale di chi ha preferito aspettare dicembre è salita dal 51 al 61%. Generi alimentari e giocattoli restano i due tipi di regali più gettonati. Va però segnalato però il piccolo boom degli abbonamenti alle piattaforme streaming (+ 10,5%) e i buoni regalo digitali (+7%). Vanno bene anche i libri, così come i prodotti tecnologici. L’abbigliamento potrebbe alla fine chiudere il mese con qualche soddisfazione. Crollano viceversa, a causa delle incertezze sulla durata delle limitazioni, le spese che hanno in qualche modo a che fare con la socialità e quindi i biglietti per spettacoli e concerti (- 26%) e i trattamenti di bellezza (- 25%).

L’e-commerce è qui per restare – “Da un punto di vista del costume, spiega Mariano Bella, non registriamo cambiamenti epocali. La tendenza più significativa è l’aumento degli acquisti di prodotti alimentari, dovuto anche al fatto che non si andrà, o si andrà molto meno, a ristorante“. E’ ormai invece quasi una non notizia lo smottamento delle abitudini di acquisto verso l’on line. “L’e-commerce registra una flessione del 3%, ma è tutta riconducibile ai servizi, biglietterie etc. Per quanto concerne il solo acquisti di beni c’è un incremento del 30%, dai 18 miliardi del 2019 supereremo i 23,5 miliardi. Una volta passata la pandemia i servizi si riprenderanno, mentre i consumatori, che ormai hanno preso l’abitudine di fare acquisti on line, non cambieranno idea”. Per i negozi tradizionali non servono quindi battaglie di retroguardie, inutili, secondo Bella. Bisogna investire e ammodernarsi, a cominciare dal rafforzamento dei canali di vendita via internet.

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