La deputata M5s Elisa Siragusa ha lasciato il Movimento 5 stelle. E lo ha fatto accusando i vertici di una “gestione disastrosa”. “Abbiamo svenduto un po’ d’anima ogni giorno“, ha scritto nel suo annuncio su Facebook. “Sono tante, troppe, le ragioni e le dinamiche che mi hanno portato a questa scelta, ormai inevitabile. Da ultimo, certo, ha influito anche l’apertura di un procedimento disciplinare nei miei confronti da parte dei probiviri, per via della mia posizione sul recente referendum costituzionale”. Proprio Siragusa infatti, eletta nella circoscrizione Europa, è stata tra i parlamentari M5s che hanno votato No al referendum per il taglio degli eletti: la deputata ormai ex M5s aveva votato a favore in Aula, ma chiedendo che fossero approvati i correttivi prima della consultazione. Per questo, si era poi giustificata, aveva deciso di non sostenere la campagna per la riduzione delle poltrone.
“Ho letto così tanti attacchi e insulti ai colleghi che, prima di me, hanno fatto questa scelta, da sapere ormai cosa aspettarmi dai commenti degli, spesso anonimi, “leoni da tastiera”, ha scritto su Facebook comunicando l’addio al gruppo. “Nonostante ciò, io lo capisco: io vi capisco. Posso capire la frustrazione e la delusione di alcuni di voi, perché sono stata anch’io al vostro posto. So anche che è facile accusare chi se ne va di non essere mai stato del Movimento, di essere un ‘infiltrato’. Ma non è così”. Siragusa, che ha ricordato di essersi iscritta al Movimento 5 stelle nel 2012, ha detto di aver dovuto prendere una “scelta, dolorosa”: “Non è stata provocata da un singolo evento: è il termine di un percorso durato oltre otto anni. Riponevo negli Stati Generali la mia ultima speranza per veder rinascere il Movimento, ma sono ormai convinta che nulla cambierà davvero. E quindi eccomi a un bivio”. Siragusa ha detto di volersene andare perché “schiacciare i bottoni, sulla base di scelte prese altrove, non mi basta”. E ha concluso: “Per questo continuerò il mio lavoro alla Camera, ma con ancora più forza, volontà e determinazione. Sarò quello che saremmo dovuti essere tutti sin dal principio: una cittadina, libera, dentro il Parlamento“.
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