La carenza delle bombole di ossigeno, fondamentali per i pazienti Covid che vengono curati a domicilio, si fa sempre più pressante in alcune Regioni. Le farmacie, dove normalmente vengono dispensate le bombole, non riescono a rispondere alla domanda. Così, per tentare di alleggerire la situazione, la Campania ha emesso un’ordinanza che autorizza i medici di famiglia a prescrivere i cosiddetti “concentratori”: macchine che aumentano la concentrazione di ossigeno nell’aria, che viene somministrato ai pazienti Covid a domicilio attraverso caschetti. Potranno prescrivere anche le grandi bombole di ossigeno liquido normalmente dispensato dalle Asl solo ai pazienti con patologie respiratorie croniche, in alternativa alle bombole di ossigeno gassoso normalmente reperibili in farmacia. Un aiuto per affrontare l’emergenza arriva anche dalla Capitaneria di porto, che ha messo a disposizione della Croce Rossa le bombole che usano i subacquei.

“La scorsa settimana la situazione da noi è stata drammatica”, ha raccontato il presidente di Federfarma Campania Nicola Stabile. “La Regione è intervenuta mettendo a disposizione della collettività tutte le tipologie di bombole in commercio. Oggi siamo ancora in situazione critica, ma meno difficile di sette giorni fa”. Ma le richieste di ossigeno nelle farmacie sono comunque tantissime, e arrivano anche da persone non contagiate, che vorrebbero procurarsele per paura di ammalarsi.

Per fronteggiare l’emergenza, anche la Capitaneria di porto di Napoli ha messo a disposizione della Croce rossa le bombole dei sub, per chi ne ha necessità. Sono bombole “per fronteggiare emergenze, non come meccanismo ordinario”, ha spiegato Paolo Monorchio, responsabile della Croce rossa cittadina. Ogni giorno la Croce Rossa riceve numerose richieste di aiuto da persone he hanno bisogno di ossigeno e non sanno come fare. “Soprattutto nelle fasce orarie serali, che sono quelle in cui peggiorano le condizioni”, ha spiegato il responsabile.

Da giorni si ripetono gli appelli a restituire le bombole vuote, se non se ne ha bisogno, così da poter garantire aiuti a tutti. A mancare infatti sono soprattutto i contenitori, non l’ossigeno. Ma molte persone non restituiscono i fusti vuoti o inutilizzati, anche se non contagiate, per paura di ammalarsi in futuro e di averne bisogno. “Le farmacie ne hanno una quantità limitata, ma è aumentata la richiesta con l’aumento delle persone che si curano a casa – ha spiegato Monorchio – ed ora in molti non le restituiscono per paura di averne bisogno e rimanere senza”.

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