La più antica associazione Lgbt+ d’Italia rischia di perdere la sede. Succede a Palermo dove l’Arcigay potrebbe non essere più in grado di pagare l’affitto, proprio nell’anno del suo quarantesimo compleanno. Colpa del coronavirus e dell’emergenza che ha praticamente vietato gli eventi pubblici, primo mezzo di finanziamento dell’associazione siciliana. Nata nel 1980 come embrione di quella che sarebbe poi diventata realtà nazionale, l’Arcigay di Palermo è stata per anni ospite di altre associazioni. Poi nel 2017 ha aperto una sede, in un locale in affitto finanziato con gli eventi.

L’epidemia però ha cambiato tutto. E oggi gli attivisti, circa un centinaio di tesserati, hanno deciso di lanciare una raccolta fondi online per coprire, questo sperano, un anno di spese per l’affitto. Iniziata il 23 ottobre, la sottoscrizione andrà avanti fino al primo gennaio: ad oggi sono stati raccolti poco più di 2mila euro.

Proprio per aiutare l’Arcigay a mantenere in vita la piccola sede in via Gioiamia, dietro alla cattedrale di Palermo, diversi personaggi pubblici che hanno deciso di prestare la propria immagine, inviando un video di supporto. “Ci sono tantissime persone che soffrono e hanno tantissimo bisogno di supporto: ci pensa Arcigay Palermo”, dice il cantautore Tiziano Ferro invitando la gente ad aiutare l’associazione. Sostegno è arrivato anche da Monica Cirinnà, senatrice del Pd che ha dato il suo nome alla legge che ha istituito le unioni civili, dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini, dall’ex senatore Sergio Lo Giudice, già presidente nazionale di Arcigay, solo per fare qualche nome.

“A causa del Covid non abbiamo organizzato eventi e neanche raccolte fondi, anche il tesseramento quest’anno non dico che sia stato bloccato ma è di certo molto rallentato, quindi adesso abbiamo problemi a pagare l’affitto della sede”, racconta Daniela Tomasino, storica attivista palermitana. “Per noi – continua – quello spazio è importantissimo, all’interno c’è uno sportello di supporto psicologico che ha aiutato un sacco di persone, anche chi vuole fare la transizione. Abbiamo uno sportello di consulenza legale penale e civile e anche uno sportello di cui andiamo particolarmente orgogliosi che è quello dedicato ai migranti Lgbt+: vengono aiutati dal punto di vista legale, burocratico e psicologico”. Nella sede intitolata a Giuseppina Cacciatore, storica attivista palermitana, sta per nascere anche un centro di documentazione, con biblioteca e spazio studio: si tratta dell’unico archivio storico Lgbt+ in Sicilia, l’isola che ha visto fondare il primo circolo di Arcigay del Paese. Quarant’anni dopo rischia di chiudere.

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