Lo chiamavano “il nostro amico romano“, perché era il potente rettore dell’Università La Sapienza di Roma. In realtà, però, Eugenio Gaudio è originario di Cosenza. Città nella quale è pronto a tornare: il governo, infatti, lo ha scelto come nuovo commissario alla Sanità in Calabria. Una nomina che non piace al Movimento 5 stelle, più propenso a puntare su Gino Strada, che comunque nelle intenzioni dell’esecutivo farà comunque parte della squadra. “Gaudio sarà sicuramente persona validissima, ma in Calabria, per tanti differenti motivi – tra questi la necessità di combattere con radicalità la ‘ndrangheta con le sue infiltrazioni nelle aziende sanitarie – non va bene”, dice per esempio il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra.

Poi c’è la vicenda siciliana. L’ex magnifico rettore, infatti, è ancora indagato dalla procura di Catania. Consulente del ministro Gaetano Manfredi dall’aprile del 2020, al vertice della nota università capitolina dal 2014 al 31 ottobre scorso, Gaudio è tra le persone coinvolte in una maxi inchiesta su una serie di concorsi all’Università della città siciliana. L’indagine scoppia nel giugno del 2019 ed è composta da tre filoni. Quello che coinvolge l’ex rettore si è chiuso l’estate scorsa: Il 27 luglio del 2020 la procura ha notificato l’avviso di conclusione indagini a 54 persone. I legali di Gaudio, gli avvocati Gian Domenico Caiazza e Carmelo Peluso, hanno già chiesto l’archiviazione per il loro assistito, che il 25 settembre scorso si è fatto interrogare dal pm Marco Bisogni. La procura non ha ancora assunto un provvedimento formale: lo farà nelle prossime settimane dopo aver valutato le posizione dei vari indagati.

Insieme a Gaudio, infatti, sono finiti sotto inchiesta docenti importanti, politici di primo piano, come l’ex sindaco etneo e ministro dell’Interno Enzo Bianco, e pure alti magistrati, come l’ex procuratore capo di Catania, Vincenzo D’Agata. È proprio con l’ex capo dell’ufficio inquirente che Gaudio è indagato in concorso per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. La storia riguarda il concorso per promuovere a docente di prima fascia Velia D’Agata, professoressa dell’università di Catania e figlia dell’ex procuratore. I D’Agata, Gaudio sono indagati insieme a Filippo Drago, all’epoca direttore del dipartimento di Scienze Biomediche, e a Francesco Basile, ex rettore dell’Università catanese: per gli ultimi due la procura procede separatamente. Secondo le accuse “al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente, con collusioni consistite nell’individuare preventivamente il destinatario di una chiamata per docente di prima fascia (allontanando altresì uno dei possibili concorrenti ­Castorina Sergio) ed indirizzando la scelta del Consiglio di Dipartimento sui criteri da adottare per il riconoscimento dei punteggi ai fini dell’individuazione del settore scientifico nel quale effettuare la chiamata (stabiliti in modo da garantire una posizione utile in graduatoria al settore Anatomia umana – BIO/16 di conseguenza alla professoressa associata Velia D’Agata) e sulla procedura da seguire per la selezione turbavano il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando per un posto di professore di prima fascia presso l’Unict – Dipartimento di Scienze Biomediche e Tecnologiche”.

Per la procura l’ex rettore della Sapienza “ricopriva la qualità di concorrente morale. Nello specifico – interpellato su una sua disponibilità a partecipare come membro interno per un’eventuale commissione ex art. 18 – rappresentava la possibile presenza di candidati più titolari della D’Agata e indicava la procedura ex art. 24 come quelle più sicura per garantire l’ordinariato alla D’Agata”. In pratica secondo l’accusa è Gaudio a suggerire agli indagati di indire una procedura concorsuola ristretta solo ai docenti interni, per evitare che la figlia del procuratore fosse battuta da un altro concorrente. A spiegarlo è la stessa Velia D’Agata, che il 13 settembre del 2017 sostiene di essersi già consultata con l’ex magnifico rettore romano, e quest’ultimo aveva escluso una selezione pubblica aperta a tutti: “Gaudio ha detto assolutamente no perché è… perché lui è il Rettore dell’Università… Anatomia… perché è il Presidente della Società quindi dice io non posso garantire nulla …perché lui dice se si presenta il Nobel ovviamente lo vince il Nobel quindi“.

Una frase rivendicata dallo Gaudio in un’intervista: “Non ho mai partecipato in qualità di membro o presidente di commissione ad alcun concorso dell’Università di Catania. Sono stato interpellato nella mia qualità, allora, di presidente della Società italiana di Anatomia e ho sempre detto: Nei concorsi vince il migliore, se si presenta un Premio Nobel vince il Premio Nobel“. L’ex rettore ha negato ogni addebito: “Io non ho mai percepito alcun tipo di illegalità perché non ho mai partecipato a commissioni, riunioni, costruzioni di bandi all’interno dell’Ateneo di Catania. Contattato, ho detto, da lontano: se c’è un Nobel il concorso lo vince un Nobel”. Lo stesso ha fatto davanti ai pm il 25 settembre scorso, quando ha deciso di rispondere alle domande della procura. Alla fine di quell’interrogatorio i suoi difensori, gli avvocati Caiazza e Peluso, hanno chiesto l’archiviazione. Interpellati dal fattoquotidiano.it i due legali si dicono “fiduciosi” che la procura possa accogliere la loro richiesta. “Allo stato dell’arte ci sono buoni motivi per ritenere imminente l’archiviazione”, dicono i due avvocati.L’ufficio inquirente siciliano, però, non ha ancora assunto un provvedimento formale: dovrebbe farlo entro nelle prossime settimane. Secondo Repubblica il procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, ha già stralciato la posizione dell’ex rettore e si prepara dunque a chiederne l’archiviazione nei prossimi giorni. Nel frattempo Gaudio è stato nominato commissario alla Sanità in Calabria: è il terzo a sedersi su quella poltrona in due settimane.

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