Il Movimento 5 stelle alla prova del primo congresso della sua storia. Dopo rinvii, tensioni e polemiche, il M5s sta arrivando alla fase conclusiva del processo degli Stati generali: 305 delegati, scelti dai territori, stanno infatti discutendo di alcuni dei temi fondanti del Movimento e si preparano a stilare un documento che sarà la base della discussione per l’assemblea generale di domenica 15 novembre e su cui si voterà nei prossimi giorni. Il primo obiettivo, come ha ripetuto il capo politico reggente Vito Crimi, sarà quello di dare una leadership legittimata al M5s. Poi risolvere una volta per tutte alcuni dei nodi che hanno più fatto discutere negli ultimi tempi: il nodo alleanze sicuramente, ma anche il tetto al secondo mandato e la gestione della piattaforma Rousseau.

DOPPIO MANDATO – In un documento di lavoro inviato ai partecipati, il M5s ha informato i delegati che “gli esiti delle assemblee regionali hanno confermato che il limite del doppio mandato va mantenuto, in quanto elemento distintivo e irrinunciabile del Movimento” ma anche che “contemporaneamente, è emersa la necessità di capire come possano essere valorizzate le competenze acquisite dai portavoce nel corso dell’esperienza istituzionale”.

Sul piatto ci sono varie soluzioni. Tra queste la possibilità di svolgere il “terzo mandato per meriti speciali” o, ancora, mantenere la regola del mandato “zero” per i consiglieri comunali o, infine, “consentire un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno”.

DIREZIONE POLITICA – E’ il secondo dei punti all’ordine del giorno dei lavori del tavolo sulle regole. Il presupposto della discussione parte dall’assunto per il quale occorre conciliare “l’esigenza di una rappresentanza giuridica e istituzionale certa (necessaria per espletare le attività che la legge richiede) con l’esigenza manifestata di una guida collegiale“. Nelle discussioni regionali le proposte avanzate dagli iscritti variano dalla possibilità di indicare un capo politico con ruolo da “primus inter pares” in una linea politica collegiale oppure optare per un organo collegiale puro, senza differenze tra i membri. Soluzione tuttavia che pone un problema: “chi è il legale rappresentante o portavoce?”.

ROUSSEAU – Quello della piattaforma del M5s è un altro dei nodi che il M5s deve sciogliere. Le assemblee regionali hanno confermato la necessità di mantenere strumenti di democrazia diretta “seppur nella maggior parte delle riunioni territoriali sia emersa la necessità di rivedere le funzioni e i servizi attivati nell’ottica di una maggiore funzionalità ma anche di ridefinire il ‘rapportò con Rousseau. Tra le ipotesi in campo, oltre all’affidamento del servizio, è contemplata anche quella di ‘internalizzazione della Piattaforma, con definizione di criteri di incompatibilità tra le varie cariche (Rousseau, Movimento 5 Stelle, cariche elettive)”.

ALLEANZE – “Le alleanze con altri partiti non devono essere strutturali ma contingenti in base ai territori, ai programmi ma soprattutto in base alle regole elettorali dei singoli territori in cui si deve concorrere”. Questa è la base di discussione. Ma la domanda a cui il tavolo sulle regole dovrà rispondere è un’altra: esistono ‘casi particolari in cui, oltre all’approvazione dei gruppi locali, è necessaria una visione più ampia che vada oltre le logiche del singolo territorio?’.

ORGANIZZAZIONE – Durante la due giorni di lavoro si riunirà poi il tavolo sull’organizzazione che dovrà decidere come implementare la rete territoriale del Movimento, in quali casi poter concedere l’uso del simbolo M5s ai gruppi locali, se arrivare al riconoscimento della figura dell’attivista, come finanziare le attività del M5s, se rivedere o meno gli organi di garanzia del Movimento.

AGENDA POLITICA – In tutti gli incontri territoriali, si legge nel documento del Movimento, ricorrono argomenti che sono “lo specchio delle preoccupazioni che oggi, in questi mesi, attanagliano gli italiani” e cioè la sanità, il lavoro, il fisco, la scuola. Dalle assemblee è pervenuta la richiesta di avere un salario minimo garantito, di garantire maggiori diritti ai lavoratori al fine di contrastare la precarietà. È stata, altresì, sottolineata l’importanza di arrivare alla cosiddetta seconda fase del reddito di cittadinanza, rendendolo più efficiente e rivedendo la figura dei navigator.

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