Ha preferito patteggiare di fronte al giudice la maestra vicentina denunciata dai genitori di un suo alunno di 10 anni. Era accusata di violenza sessuale ai danni di un minore (nell’ipotesi lieve) e i suoi avvocati, Emanuele Fragasso e Michele Grigenti, si sono accordati per una pena di 11 mesi, ben al di sotto del limite della sospensione condizionale. Adesso per l’insegnate, che ha 42 anni e che ha risarcito la famiglia del ragazzino, rimane l’esito del procedimento disciplinare che il provveditore di Vicenza Carlo Alberto Formaggio ha aperto dopo che la vicenda gli era stata segnalata più di un anno fa. Da allora non ha ripreso l’insegnamento.

A scoprire quello strano legame erano stati i genitori, che avevano trovato alcuni messaggi nel suo cellulare che andavano al di là di quello che dovrebbe essere il rapporto tra un docente e un allievo, tantopiù un bambino. Durante l’anno scolastico 2017-18, i due si erano scambiati numerosi messaggi WhatsApp, ma anche qualche bigliettino, in cui lei lo chiamava “amore mio”. Ma sono state trovate anche frasi più compromettenti come “anch’io vorrei toccarti, ti amo”. Fino a dichiarazioni esplicite: “Sono innamorata… ti spupazzerei…”.

Adesso l’ex alunno frequenta le scuole superiori, ha 13 anni e sembra aver superato quell’esperienza. Era stato lui a chiedere all’insegnante il numero di cellulare. Poi aveva cominciato a scriverle. Lo scambio era diventato fitto. I due si erano anche incontrati fuori dalla scuola e il bambino, interrogato da uno psicologo, ha accennato a qualche effusione, baci e carezze. I genitori si erano presentati dai carabinieri per denunciare i fatti due anni fa, subito dopo aver scoperto i messaggi nel cellulare del figlio.

Erano molto allarmati da quello che avevano letto, anche perchè il piccolo definiva l’insegnante “la mia fidanzata”. La Procura ha ordinato una perizia per trascrivere almeno un centinaio di messaggi. Ne viene fuori la ricostruzione di un’infatuazione infantile e di eccessi sentimentali (“Quando andrai alle medie diremo ai tuoi che ci amiamo”) da parte dell’insegnante, accompagnati però anche da raccomandazioni sulla necessità dello studio e dell’impegno nella vita.

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