Sono quattro scienziate dell’università Statale di Milano ma sono anche mamme con 11 figli in età scolare. Insieme hanno messo a punto un test rapido e non invasivo per Covid-19 a misura di bambino, che potrebbe risolvere il complicato nodo della diagnosi differenziale tra i più piccoli nei prossimi mesi invernali. Si tratta di un tampone salivare che il gruppo coordinato da Gianvincenzo Zuccotti, preside della Facoltà di Medicina, ha ottimizzato di un protocollo dell’università di Yale disponibile in open science.

Le ricercatrici Elisa Borghi, Daniela Carmagnola, Claudia Dellavia e Valentina Massa si sono poste il problema di facilitare la diagnosi nei bambini, e hanno preso come riferimento un tampone salivare molecolare di cui è già stata verificata la sicurezza e l’affidabilità. Dopodiché si sono messe al lavoro nei laboratori della Statale e hanno verificato che il test “mostra una altissima affidabilità e ha caratteristiche che lo rendono molto adatto al suo utilizzo tra i più piccoli”. Richiede infatti la semplice raccolta di un campione di saliva tramite un piccolo rullo di cotone da passare sotto la lingua. Ed è dunque di gran lunga meno disagevole del tampone naso-faringeo. E poi è veloce: il tempo necessario per il campionamento è minimo e l’esito si ottiene in 24 ore; la procedura è sicura e accurata, continuano le scienziate. Quanto alla sensibilità si rileva un “94% di concordanza con il tampone naso-faringeo”.

Dunque – spiegano dalla Statale – l’esame “appare efficace nell’identificare i soggetti con alta carica virale in saliva anche quando pre-sintomatici e asintomatici, permettendo così di isolare i cosiddetti ‘superspreader’, responsabili dell’80% dei contagi”, secondo quanto emerge dagli ultimi dati e modelli in letteratura. Ancora: un ulteriore valore aggiunto è che il tampone salivare è eseguibile da chiunque anche a casa. “Si tratta di un test veloce, facile che potrebbe essere messo a disposizione dei pediatri di famiglia – spiega Zuccotti, che è preside e anche professore di Pediatria all’università degli Studi di Milano e coordina il lavoro – per diagnosticare in maniera non invasiva l’infezione da Sars-CoV-2 almeno tra i bambini di 3-6 anni che, come è noto, sono spessissimo soggetti a forme virali e per i quali il rischio di ricorrere ripetutamente durante l’inverno al tampone nasofaringeo e alle code dei drive-through è molto elevato”.

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