Vincere una sola partita delle ultime cinque può bastare per fare suonare il campanello d’allarme? Sì, se sei la Juventus. No, se hai una squadra praticamente nuova e con un nuovo mister. Nella seconda giornata di Champions i bianconeri perdono in casa per 2 a 0 col Barcellona. La squadra di Pirlo qualcosina di buono lo mostra contro i blaugrana: la corsa, la caparbietà, l’umiltà. Forse troppa, quest’ultima. Manca però tutto ciò che era l’allenatore bianconero ai tempi in cui ancora aveva la 21 sulle spalle: brillantezza, imprevedibilità, capacità di comandare il gioco. Autorevolezza, soprattutto. Quella dei tempi di Allegri, quando la Juve vinceva pur non esprimendo il più bel calcio possibile. Quella che ha permesso di vincere anche l’ultimo scudetto con un sistema di gioco più ambizioso.

È vero, di fronte c’era il Barcellona: incerottatissimo, in una fase di transizione ben più complessa di quella bianconera tra veleni e figuracce più o meno recenti, ma pur sempre una squadra con Messi, Griezmann, Pjanic. Pur sempre il Barcellona. Tuttavia manca qualcosa alla Juve e si vede da come sta in campo, a Torino, in casa sua. Senza Ronaldo, i bianconeri provano il solito spartito dello sfondare sulla fascia di Chiesa o di cercare la magia di Kulusevski (Dybala è ancora molto indietro). Troppo poco. E infatti le occasioni ce le ha il Barca che prima prende un palo su regalo juventino, poi è fortunato con Dembelé a trovare la deviazione giusta che rende impotente Sczeszny e regala il vantaggio.

La Juve segnerebbe pure (diversi) gol del pareggio perché Morata è bravissimo a scappare sempre ai difensori sul filo, ma non abbastanza da non oltrepassarlo quel filo: come in campionato i suoi gol sono sempre viziati da millimetri di fuorigioco. Ma a parte l’ottima capacità del centravanti spagnolo di tenere l’area di rigore praticamente da solo, non é un caso se gli spunti bianconeri più pericolosi arrivino dai lanci di Bonucci: tradotto, quando si gioca in verticale. Al di là delle folate juventine il campo è tutto del Barcellona che dà la sensazione di poter fare male ogni volta che ha il pallone e praticamente vive l’area della Juventus come un parco giochi, divertendosi e divorando diversi gol tenendo viva la gara.

Poi la Juve resta in 10, con Demiral che si prende la seconda ammonizione per fallo sull’ex compagno Pjanic, complicando tutto. La fine la scrive Bernardeschi che appena entrato frana addosso ad Ansu Fati in area, regalando il rigore del 2 a 0 a Messi. La sconfitta non pregiudica la qualificazione agli ottavi della Juve, che non dovrebbe essere in discussione. In discussione c’è un ruolino di marcia simile e prestazioni che continueranno ad essere poco autorevoli.

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