Da deputata del Pdl ad assessora di una giunta a trazione Pd. Tutto può succedere a Reggio Calabria dove dire o fare qualcosa di sinistra sembra impossibile: in riva allo Stretto gli schemi dello stile “votateci che siamo diversi”, sono saltati già dopo poche settimane. Ecco quindi che il sindaco dem Giuseppe Falcomatà ha presentato la sua “nuova” giunta comunale. Tra riconferme dei vecchi assessori e incarichi assegnati a fedelissimi che l’hanno sempre sostenuto, però, a fare notizia è la nomina dell’assessora alla cultura, al turismo, alla legalità, alla scuola e all’università. Una delega importante che Falcomatà ha deciso di assegnare a Rosanna Scopelliti, la figlia del giudice Antonino Scopelliti ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1991.

“Ringrazio il sindaco per avermi dato questa possibilità. – è il suo esordio da assessora – Sarà un impegno volto a ritrovare l’identità di Reggio Calabria e della nostra comunità cittadina che non può essere sempre vista come fanalino di coda. Sarà importante improntarci al riscatto dagli stereotipi che sia l’ultima città d’Italia”. Falcomatà rivendica la sua scelta e prima di firmare la nomina spiega di avere “arricchito la strada per dire la nostra anche su altri tavoli”. Quali tavoli non è dato sapere. Di certo, a suo dire, “l’amministrazione si rinforza. Noi vogliamo coinvolgere tutti. È una giunta rinnovata per circa il 70% dei suoi componenti. Chi decide è difficile che possa mettere tutti d’accordo. La città ci ha chiesto discontinuità”.

Che il sindaco voglia coinvolgere tutti è chiaro. Che la discontinuità chiesta dalla città corrisponda al nome di Rosanna Scopelliti un po’ meno. Di certo, infatti, la “nuova” assessora è legata al centrodestra e, soprattutto, all’ex sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti, condannato a 4 anni e 7 mesi per i disastri nei conti del Comune. Un tempo animatrice assieme ad Aldo Pecora dell’associazione antimafia “Ammazzateci tutti” e oggi presidente della fondazione che porta il nome di suo padre, l’ex “berlusconiana” Rosanna Scopelliti è una creatura “politica” dell’ex governatore della Calabria, ancora oggi indagato per mafia in uno dei filoni dell’inchiesta “Gotha”.

Nel 2012, quando il Comune di Reggio è stato sciolto per contiguità con la ‘ndrangheta, Rosanna Scopelliti si era opposta e addirittura aveva firmato il “manifesto contro la diffamazione della città”. L’anno successivo, è stato Giuseppe Scopelliti a imporla e farla eleggere deputata del Popolo della Libertà. All’epoca non risparmiò i ringraziamenti nei confronti del suo padrino politico: “Ho accettato la proposta fattami in persona dal governatore Giuseppe Scopelliti di candidarmi alla Camera dei Deputati con il Popolo della libertà. – disse entusiasta affermando in sostanza gli stessi concetti che oggi dedica a Falcomatà – Onestamente devo dire che sono veramente grata a chi ha inteso dare voce, attraverso di me, a tutta quella fetta importante della società civile calabrese che purtroppo, troppo spesso, non è stata tenuta nella dovuta considerazione. Ringrazio il governatore Scopelliti. Lo ringrazio perché sta intraprendendo un percorso coraggioso per il rinnovamento e la moralità nella politica”. Fare la deputata del Pdl per la neo assessora è stato “un onore – furono le sue dichiarazioni – ed un onere ancora più grande. Questo significa che l’impegno del governatore Scopelliti e quello del Pdl a voler concretamente accelerare questo percorso virtuoso di cambiamento è dimostrato concretamente nei fatti e non soltanto a parole”.

Una volta eletta, Rosanna Scopelliti entrò pure nella commissione parlamentare antimafia e, qualche anno dopo, dal suo osservatorio privilegiato attaccò l’ex ministra dell’Interno Annamaria Cancellieri “colpevole” di aver sciolto il Comune di Reggio. Su Twitter, infatti, definì quello scioglimento per ‘ndrangheta addirittura “imprudente” con buona pace del Pd che all’epoca si è schierato a favore del provvedimento emesso dal consiglio dei ministri su richiesta della Cancellieri. Sciolto il Popolo della Libertà, dopo aver militato nel partito un tempo anche di Marcello Dell’Utri, il simbolo dell’antimafia calabrese Rosanna Scopelliti seguì Angelino Alfano nel Nuovo Centrodestra per poi volare dalla Lorenzin che, con il partito del fiore “petaloso”, nel 2018 per un soffio non l’ha candidata alle politiche.

Oggi la metamorfosi politica della Scopelliti la porta a sedere a Palazzo San Giorgio in una giunta targata Pd che, con lei, ha spostato il baricentro un po’ più a destra. In una città dove appena 19 giorni fa si è festeggiata la vittoria di Falcomatà cantando “Bella ciao” sul corso Garibaldi.

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