La seconda ondata di Covid-19 che ha colpito l’Italia cresce rapidamente. L’Istituto Superiore di Sanità nel suo nuovo rapporto “Epidemia Covid-19”, aggiornato al 20 ottobre, sottolinea che “il virus oggi circola in tutto il paese. L’aumento di casi è diffuso in tutto il Paese, con tutte le Regioni che riportano un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente”. Durante il periodo che va dal 5 al 18 ottobre, sono stati diagnosticati 88.066 nuovi casi, di cui 288 deceduti. La maggior parte dei casi sono stati notificati dalla regione Lombardia e Campania, seguite dal Piemonte, dal Lazio e dal Veneto.

In generale, il peggioramento dell’epidemia si riflette su un carico di lavoro non più sostenibile sui servizi sanitari territoriali. Basti pensare che questa settimana soltanto un caso su quattro è stato rilevato attraverso attività di tracciamento di contatti, mentre il 31,7% è stato trovato dopo la comparsa dei sintomi. Scende anche la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di screening (25,8% contro 31,1% della settimana precedente). Segno che il tracciamento in alcuni territori non è più in grado di tenere sotto controllo la diffusione del contagio.

In queste due ultime settimane si è rilevata un’alta trasmissione locale del virus, diffusa su tutto il territorio nazionale, che provoca focolai – anche di grandi dimensioni – in ambito familiare. Al contrario, si è avuta una diminuzione dei casi contratti all’estero, che invece nel periodo estivo tra giugno e settembre avevano registrato un incremento. Nello specifico, nelle prime tre settimane di ottobre sono stati 755 (0,8%) i casi tra i cittadini italiani che hanno contratto l’infezione all’estero. Il 98,5% dei casi è stato contratto in Italia.

L’età media dei contagiati da inizio epidemia scende a 53 anni. A partire dalla fine di aprile – segnala l’Iss – si è avuto un trend in diminuzione dagli oltre 60 anni nei primi due mesi, fino a circa 30 anni nella settimana centrale di agosto per poi, afferma l’Iss, risalire lentamente. Questa settimana è sceso a 53 anni, ma sta ricominciando a diminuire. A partire dalla fine di settembre si è rilevato un incremento dei casi nelle fasce di età 0-18 e 19-50 anni, di cui molti asintomatici. L’età media dei pazienti deceduti è intorno agli 80 anni.

Infatti, mentre nelle prime settimane dell’epidemia si riscontrava una maggiore percentuale di casi severi, critici e di già deceduti al momento della diagnosi, con il passare del tempo c’è stato un aumento dei casi asintomatici o poco sintomatici e una marcata riduzione dei casi severi e dei decessi. La percentuale degli asintomatici rispetto al totale, però, è diminuita nelle ultime due settimane, mentre è in aumento quella dei casi con sintomatologia lieve al momento delle diagnosi.

L’Iss invita la popolazione a “evitare quanto più possibile eventi ed iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici e privati” e ricorda che è obbligatorio “adottare comportamenti individuali rigorosi al fine di limitare il rischio di trasmissione” per evitare un più rapido peggioramento dell’epidemia.

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