Michele Scillieri, intercettato, le definiva”due belle ville sul lago“. Oggi sono finite sotto sigilli. Secondo la procura di Milano sono il frutto del peculato, di cui sono accusati Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, i due commercialisti della Lega finiti agli arresti domiciliari nell’inchiesta sulla Lombardia film commission. La Guardia di Finanza ha quindi sequestrato le due villette sul lago di Garda, che valgono complessivamente circa 600mila euro.
Il sequestro è stato richiesto dai pm della procura di Milano che indagano per ricostruire complessi passaggi di denaro ed è stato disposto dal gip Giulio Fanales con un provvedimento di 40 pagine. Secondo l’accusa, una parte degli 800mila euro di soldi pubblici incassati dalla Lombardia Film Commission per l’acquisto della sede di Cormano, periferia nord di Milano, sono stati usati dai professionisti della Lega per acquistare due appartamenti al Green Residence Sirmione di Desenzano del Garda. Il gip ha ordinato “il sequestro preventivo finalizzato alla confisca” della villa Bouganville “ubicata a Desenzano del Garda presso il Green Residence Sirmione” nei limiti “dell’importo di 144.570 euro” e della villa “Tigli” sempre all’interno dello stesso complesso per un valore di “163.429,82 euro”. Il solo “obiettivo” dell’acquisto delle due villette, scrive il giudice, era “il reinvestimento del profitto proveniente dal peculato“.
Secondo l’accusa il denaro arrivato da Regione Lombardia e affidato all’ente cinematografico, che nel 2017 era guidato da Di Rubba, arriva prima ad Andromeda, la srl che vende il capannone di Michele Scillieri (l’altro commercialista finito nell’inchiesta) e dopo un lungo giro di società e bonifici, è stato bonificato in parte alla Taaac, la società di Di Rubba e Manzoni che doveva occuparsi di investimenti immobiliari: era amministrata da Vanessa Servalli, moglie del cugino di Di Rubba. “L’analisi del materiale istruttorio offre – si legge nel provvedimento del gip – plurimi elementi dotati di forte valenza indiziaria nel senso di interpretare la complessa architettura societaria utilizzata, come mero strumento volto al drenaggio delle risorse pubbliche“. Dalla ricostruzione emerge che “la Taaac veniva costituita soltanto in funzione di quell’operazione commerciale complessiva, rappresentata dall’acquisto dei due immobili in questione, in ciò esaurendosi dunque la sua stessa ragion d’essere”. La società Taaac “difetta di risorse finanziarie proprie” e “difetta di ogni fattore di produzione”. Il sequestro preventivo, scattato oggi, è a carico della Partecipazioni srl, l’ultima società ritenuta di comodo dagli inquirenti.
In un’informativa del 28 maggio scorso, raccontata in un articolo del Fatto Quotidiano, gli inquirenti ricostruiscono i vari passaggi di denaro: la prima acquisizione al Green Residence Sirmione riguarda una Bouganville al prezzo di 310mila euro, perfezionata il 21 dicembre 2017. La seconda è del 30 marzo 2018: Taaac acquista l’immobile Tigli per 330mila euro. Nel documento della Guardia di finanza, la società Taaac viene definita come “una delle pedine create e manipolate da Di Rubba e Manzoni per dissimulare l’appropriazione del profitto derivante dall’operazione immobiliare di Cormano, di per sé caratterizzata da plurimi profili di anomalia”.
Annotano gli investigatori: “Per l’assenza della benchè minima risorsa finanziaria e produttiva autonoma e per la peculiare composizione del proprio portafoglio, cronicamente a somma zero e dipendente dalle immissioni di liquidità effettuate dalla controllante/incorporante (Studio dea consul ting s.r.l.), la Taaac s.r.l. è risultata predestinata ad avere vita breve, accollandosi la formale ascrivibilità di operazioni immobiliari poste in essere a ritmo incalzante attraverso l’impiego – indispensabile – di denaro altrui. Denaro griffato studio Dea consulting s.r.l., alias Di Rubba e Manzoni, artatamente mescolato con altro denaro geneticamente pubblico in quanto distribuito a pioggia da immobiliare Andromeda s.r.l. per il tramite di altre scatole vuote (E.c.o. S.r.l. e Sdc s.r.l.), società fedeli (Barachetti service s.r.l.) o proprietarie (Studio c.l.d s.r.l.): tutte convergenti su un unico centro di affari e interessi”. Tradotto: la Taaac, per l’accusa, è stata creata solo con l’obiettivo di comprare le due villette sul lago di Como con denaro che in parte veniva dai fondi pubblici erogati dalla Regione Lombardia a Lombardia film commission, e da quest’ultima usati per acquistare il capannone di Cormano. Stabile che, sempre per i pm, era stato ceduto a prezzi gonfiati. È da qui che era partita l’inchiesta sui professionisti del partito di Matteo Salvini.