La domanda che corre veloce sui social, negli androni degli ospedali come nelle redazioni dei giornali è ma perché Luca Zaia non ha scaricato né fatto scaricare ai suoi dirigenti Ulss l’app Immuni? Un errore grave, incomprensibile!

Pure è presto detto: voleva scaricassero l’app regionale, quella col leone di San Marco, quella per cui se ti muovi e sbadatamente esci dai confini del Veneto stop, non funziona più…

Già lo ha detto e ripetuto più volte: nello “Zaiastan” non si contraddice il capo, si riceve l’informazione e la si dà per scontata. Poi si sarà reso conto lui stesso che l’app regionale è un insulto al buon senso – quasi un ossimoro – così è rimasta una delle tante scemenze raccontate con fare serioso in questi mesi e poi smentite, ma sempre molto seriamente, due giorni dopo.

Il problema in questo caso è che si sarà dimenticato anche lui di averlo detto ma soprattutto di avvertire la diligente “maga” del Covid dott.ssa Francesca Russo (sì, quella che non conosceva nessuno fino ad aprile ma serviva a far fuori il dispettoso e troppo sincero Andrea Crisanti) al fine di far ri-collegare il Veneto con l’Italia… Capita a quelli troppo impegnati a comunicare. Solo che stavolta è reato: pandemia colposa.

Si sussurra di class action: sui social le prime denunce di chi non è stato avvertito – come doveva essere – d’essere entrato in contatto con un ammalato di Covid e, a catena, non ha fatto il tampone, la quarantena, non sono stati controllati i suoi famigliari e ha continuato suo malgrado a contagiare…

Come la mettiamo presidente Zaia stavolta?!? Non mi dirà che neanche ora ne sapeva niente?!? Quale giudice potrà crederle dopo tutte quelle sistematiche comunicazioni quotidiane in cui garantiva di controllare tutto e di decidere su tutto?!?

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