Il governo ipotizza di prorogare il blocco dei licenziamenti per le aziende che useranno la cassa Covid o la decontribuzione alternativa alla Cig. Le nuove settimane di cassa integrazione di emergenza che saranno concesse con la legge in Bilancio in arrivo nei prossimi giorni saranno “retroattive”, per fare in modo che non ci sia nessuno che rimane senza ammortizzatori da metà novembre, quando chi l’ha utilizzata in modo continuativo avrà esaurito tutte le settimane attualmente a disposizione (18+18).

Oggi i sindacati sono tornati a chiedere una proroga del blocco fino alla fine dell’emergenza. Se non rinnovato, lo stop scadrebbe infatti a fine anno. “Allungare gli ammortizzatori sociali Covid e mantenere il blocco dei licenziamenti “sono decisioni che devono essere prese subito, fino a tutto lo stato di emergenza”, afferma oggi la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti. “La Cisl considera inaccettabile l’interruzione del blocco dei licenziamenti perché significherebbe un dramma sociale”, dice il numero due del sindacato, Luigi Sbarra. Posizione sostenuta anche da Ivana Veronese segretaria confederale della Uil che afferma “E’ urgente fino alla fine dell’emergenza, la proroga dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali e della protezione dei posti di lavoro, tramite il blocco dei licenziamenti”.

La richiesta si è scontrata con il no del ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli: “Ritengo che il percorso fatto fino adesso, Cig e blocco dei licenziamenti, non possa essere prorogato ancora”, ha affermato, a margine dell’evento al Talen Garden. “Non credo che rimandare significhi risolvere il problema dei disoccupati” continua Patuanelli che ai sindacati risponde: “Non c’è una data di scadenza dell’emergenza, purtroppo. La pandemia non è uno yogurt. Stiamo individuando gli strumenti per non far licenziare, ma non per obbligarle a non licenziare”. Una settimana fa il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha affermato che con la fine del blocco “ci sarà un numero molto importante di licenziamenti”.

Per quanto riguarda invece le trattative per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici il segretario generale della Uilm Rocco Palombella ha affermato oggi provocatoriamente: “Siamo disposti a sacrificare, nuovamente, gli aumenti salariali a una condizione: nessun licenziamento nei prossimi tre anni”. Due giorni fa Palombella aveva affermato che “l ’aumento dei salari dei lavoratori è essenziale per la ripresa del Paese. Senza un rinnovo contrattuale che prevede un incremento dei salari dei lavoratori – sottolinea – non ci sarà una vera ripresa del Paese”. Un cambio di linea provocatorio per provare a scalfire il silenzio degli imprenditori. La trattativa tra sindacati e Federmeccanica per il rinnovo di un contratto che interessa 1,4 milioni di lavoratori, si è interrotta la scorsa settimana proprio sul tema degli aumenti salariali. Gli imprenditori, in sintonia con le indicazioni della presidenza Bonomi, sono disposti ad aumentare i salari solo quanto basta per compensare l’inflazione. Al momento peraltro inesistente. In alternativa propongono interventi di welfare aziendali, convenienti per le imprese in quanto detassati.

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