Sei ore totali, due subito per dare modo di partecipare alle assemblee in corso e altre 4 di sciopero generale il 5 novembre. I metalmeccanici si fermano dopo lo stop alla trattativa per il rinnovo del contratto delle tute blu con Federmeccanica, contraria agli aumenti salariali. La decisione è stata presa dopo la riunione delle segreterie nazionali di Fiom, Uilm e Fim all’indomani della rottura del tavolo di confronto con l’associazione datoriale su un contratto che riguarda milioni di lavoratori. Subito dopo la fine del dialogo, era stato proclamato lo stato di agitazione, con il blocco delle flessibilità e degli straordinari. Federmerccanica – avevano spiegato i sindacati – era disposta a rinnovare il contratto prevedendo un aumento salariale minimo di 40 euro complessivo nei prossimi tre anni e, dopo la proclamazione dell’agitazione da parte delle tute blu, aveva deciso l’interruzione del negoziato.

Uno sciopero che si aggiunge a quello del settore alimentare che si ferma il 9 ottobre per 4 ore. I sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil mettono in atto la protesta annunciata per rivendicare il contratto firmato il 31 luglio scorso con Unionfood, Assobirra e Ancit come “l’unico contratto nazionale”. I tre segretari generali Giovanni Mininni (Flai), Onofrio Rota (Fai) e Stefano Mantegazza (Uil) annunciano anche la volontà di proseguire la mobilitazione con un nuovo sciopero tra un mese, il 9 novembre qualora “non ci fossero le adesione necessarie al contratto del 31 luglio ci sarà un ulteriore sciopero di 8 ore in tutta Italia con manifestazioni in 20 piazze italiane con collegamenti in streaming”.

Sul tema in mattinata è intervenuta anche la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo: “Credo sia importante non fermarsi rispetto al rinnovo dei contratti”, ha detto sottolineando che negli ultimi decenni in Italia si è avuta una “stagnazione salariale” e ha ricordato l’intenzione del Governo di detassare gli aumenti salariali. “Serve la presenza e la forza di ogni metalmeccanico per far cambiare idea a Federmeccanica e Assistal e per firmare un contratto che ridia dignità e che aumenti i salari. Se continueranno ad assumere questa posizione metteremo in campo qualsiasi azione a nostra disposizione per fargli cambiare idea”, aveva annunciato il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. Da qui la decisione delle 6 ore di sciopero, quattro delle quali nel giorno in cui – undici mesi fa – era iniziata la trattativa.

“La piattaforma era stata approvata da oltre il 90% delle lavoratrici e dei lavoratori e teneva conto del fatto che le aziende non hanno rispettato il contratto precedente sulla contrattazione di secondo livello e la formazione”, dice Francesca Re David. “Federmeccanica ha questa posizione sui salari già da prima. Ma i lavoratori hanno il diritto di veder rinnovato il loro contratto. Ora avvieremo una grande fase di assemblee”, avvisa la leader della Fiom-Cgil. La Uilm è tornata ad attaccare dopo la proclamazione dello sciopero: “Lo stop di Federmeccanica segue le scelte del presidente di Confindustria Bonomi”, dice Palombella definendo quello di Bonomi “un attacco suicida, il presidente di Confindustria ha sbagliato obiettivo”.

“Verificheremo la politica e il governo che tipo di atteggiamento utilizzeranno nei prossimi giorni. Abbiamo già alcune prese di posizioni importanti di appoggio a noi e condanna a Federmeccanica su quello che è successo ieri”, ha continuato il segretario della Uilm. “Vogliamo allargare il livello di coinvolgimento, aspettandoci che uomini di governo e della maggioranza prendano una posizione con Bonomi o le organizzazioni sindacali”. Per il leader Fim, Roberto Benaglia, il Covid “non può passare come un alibi per non dare a 1,4 milione di metalmeccanici un giusto contratto che serve per la ripartenza dell’industria ma soprattutto per la difesa del lavoro e per adeguare i salari al valore del lavoro. Chiediamo dunque che la trattativa riprenda ma su basi ben diverse e il più presto possibile”.

Tra gli operai che più si sono immediatamente mobilitati ci sono quelli piemontesi. Ad Alessandria interessati dall’astensione dal lavoro, Hme e Sct di Serravalle Scrivia, Graziano e Omt di Tortona, Inox Prodotti di Spinetta Marengo, Dradura di S.Maurizio di Conzano, ad Asti la Trivium mentre in altre aziende sono in corso i consigli di fabbrica per decidere. A Novara e nel Verbano-Cusio-Ossola , scioperi sono in corso alla Isringhuasen e alla Meritor, a Torino alla Comec. Per domani sono già annunciati scioperi a Cuneo alla Manitowoc, la Valeo e la Boma, a Vercelli scioperano per 8 ore la Dana Spicer Italcardano di Crescentino, a Novara Lagostina, Perruchini e Praxaire, a Torino la Farid e la Pieffeci.

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