Dopo l’esposto di Atlantia alla Consob, anche i piccoli azionisti – che hanno il 45% della holding – annunciano battaglia per i “danni subiti” in seguito alle dichiarazioni sulla revoca della concessione alla controllata Autostrade fatte dai ministri Stefano Patuanelli e Paola De Micheli a mercati aperti. L’Aieda, l’associazione per l’esercizio dei diritti degli azionisti, ha annunciato la nascita di un comitato pronto a far valere le proprie ragioni in tribunale nei confronti “del governo o di esponenti del governo”. I titolari dello Sviluppo e dei Trasporti nel pomeriggio di giovedì hanno confermato che la revoca è l’esito “più probabile” se Atlantia non torna sui suoi passi e non rispetta gli accordi del 14 luglio.

Secondo il vicepresidente di Aieda, Francesco Dagnino, sono da accertare “le responsabilità sul fronte della manipolazione del mercato che presenta due risvolti: uno di carattere penale, con l’articolo 185 del tuf, e l’altro amministrativo con l’articolo 187 ter del tuf. Viene punito chi diffonde o notizie false o semplicemente fuorvianti che siano idonee ad alterare la domanda e l’offerta del prezzo dell’azione”. Secondo l’avvocato socio dello studio legale Lexia “queste continue dichiarazioni del governo e di singoli esponenti del governo sul titolo hanno comportato speculazioni dove i più smaliziati ed esperti sono riusciti a guadagnare, ma i più piccoli hanno subito e quindi ne sono usciti danneggiati”. Di qui la decisione di “costituire un comitato di azionisti di minoranza in grado di creare un blocco di minoranza e assumere iniziative”. In agenda “un esposto alla Consob, ma anche azioni legali direttamente nei confronti dello Stato ed eventualmente anche nei confronti di singoli esponenti del governo”.

Intanto il presidente dell’associazione indipendente dei piccoli azionisti Apai Luigi Chiurazzi chiede a sua volta un intervento Consob: “Ci tuteli. Sa sta agendo al di fuori delle regole di mercato”. Chiurazzi sottolinea che la revoca comporterebbe secondo Atlantia “un default da 16 miliardi che oltre a mettere sulla strada 7mila persone ovviamente avrebbe ripercussioni sui piccoli azionisti che da tempo stanno pagando le dichiarazioni degli esponenti del governo. In gioco c’è anche un bond da 750 milioni”. L’Apai è pronta ad azioni più concrete “come la class action, certo, ma quante possibilità ci sono di vincere cause contro il governo?”.

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