A neanche 24 ore dalla decisione dell’Emilia Romagna di rendere gratuiti per le persone trans i farmaci necessari per la Terapia ormonale sostitutiva, sono state pubblicate in Gazzetta ufficiale due “determine” dell’Agenzia italiana del farmaco che sanciscono lo stesso principio in tutto il Paese. A partire da oggi, quindi, chiunque abbia deciso di sottoporsi alla Terapia per adeguare il proprio corpo al genere che sente più suo, potrà recarsi in farmacia con l’apposita prescrizione medica e ottenere gratis i medicinali di cui ha bisogno. Sarà il Sistema sanitario nazionale a rimborsarne il costo. Le associazioni lgbt+ la definiscono “una rivoluzione” attesa da anni. Per Arcigay si mette fine “a un’epoca di arbitrarietà nella somministrazione di questi farmaci vitali” e si rinforza “un principio di parità e di rispetto delle persone che ci auguriamo resti un criterio basilare per il futuro”.

La novità è contenuta in due provvedimenti paralleli dell’Aifa, datati 23 settembre ma pubblicati soltanto nelle scorse ore. Nel primo si stabilisce che tutti i farmaci a base di “testosterone, testosterone undecanoato, testosterone entantato, esteri del testosterone” vanno inseriti “nell’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale”. A patto che siano impiegati “nel processo di virilizzazione di uomini transgender, previa diagnosi di disforia di genere/incongruenza di genere formulata da una equipe multidisciplinare e specialistica dedicata”. La seconda delibera riguarda invece i medicinali a base di “estradiolo, estradiolo emiidrato, estradiolo valerato, ciproterone acetato, spironolattone, leuprolide acetato e triptorelina”, ritenuti necessari per il “processo di femminilizzazione di donne transgender”.

Un passaggio non scontato, perché si mette al riparo lo Stato da eventuali abusi nell’utilizzo di questi medicinali (ad esempio in ambito sportivo, dove il testosterone è utilizzato come sostanza dopante), ma soprattutto si riconosce per la prima volta in modo ufficiale la parola “transgender”. A sottolinearlo è l’Arcigay, secondo cui in questo modo “si contribuisce a superare una situazione normativa che considera ancora purtroppo la chirurgia il punto di riferimento principale”. L’associazione fa riferimento al fatto che la Terapia ormonale sostitutiva non è prevista solo nel caso in cui una persona abbia deciso di ricorrere all’intervento chirurgico per il cambio di sesso, ma anche durante il periodo di transizione durante il quale iniziano a cambiare le caratteristiche secondarie del proprio corpo. C’è chi, ad esempio, si ferma a questo stadio e preferisce non procedere con l’intervento. In entrambi i casi, è necessario assumere testosterone o estrogeni per tutta la vita, a costi talvolta esorbitanti: come ha raccontato Ilfattoquotidiano.it, nei mesi scorsi alcuni di questi farmaci sono spariti dal mercato a causa di presunte difficoltà economiche dei produttori e il loro prezzo è arrivato ad aumentare addirittura del 300%.

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