Tutta ‘colpa’ della sua fidanzata che gli non avrebbe creduto sulla parola: il ‘Sì’ al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari è una cosa seria e andava dunque provato in maniera incontrovertibile. È questo l’incredibile racconto di un uomo di 35 anni che ieri, intorno alle 15.15, è stato ‘pizzicato’ mentre fotografava la scheda elettorale ad Arconate, nel Milanese.

Dopo pranzo il cittadino si è recato ai seggi, allestiti alle scuole medie ‘Alessandro Manzoni’. Entrato nella sezione 1, ha mostrato la tessera elettorale e il documento d’identità. Poi si è diretto in cabina, ha votato e ha fotografato la scheda. Si è però dimenticato di mettere lo smartphone in modalità silenziosa, così lo scatto è rimbombato nell’aula delle votazioni.

In quel momento il presidente di seggio era in pausa pranzo e il suo vice, insospettito da quel rumore, si è rivolto direttamente all’elettore: “Scusi, ha fotografato la scheda?”. Risposta che ha lasciato attoniti tutti i componenti del seggio: “Certo, devo dimostrare alla mia fidanzata di aver votato ‘Sì’, altrimenti quella non mi crede”.

Non si trattava di uno scherzo. La coppia, nei giorni precedenti, aveva in effetti discusso sul referendum partendo da posizioni differenti. Alla fine lui si era convinto: avrebbe scelto di tagliare il numero dei parlamentari. Ma lei, scettica sulle reali intenzioni del compagno, aveva manifestato più di un dubbio circa il voto finale nel segreto della cabina, al punto da spingere il fidanzato a compiere un reato.

La bravata rischia ora di costare cara al 35enne di Arconate. Dopo la sua ammissione di colpa, infatti, il presidente della sezione 1 – richiamato d’urgenza al suo posto di comando – non ha potuto fare altro che informare le forze dell’ordine dell’accaduto. Pochi minuti più tardi i Carabinieri entravano nei seggi e procedevano alla denuncia dell’elettore che, peraltro, confermava tutto nei minimi dettagli, mostrandosi ignaro del fatto che fotografare la scheda elettorale è vietato dalla legge 96/2008: è previsto l’arresto da 3 a 6 mesi e una multa da 300 a 1.000 euro. L’unica consolazione, per il trasgressore, è aver dimostrato alla fidanzata di essere un uomo di parola.

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