Il caso Palamara non si ferma. E continua a provocare scosse di assestamente dentro al Consiglio superiore della magistratura. L’ultimo a cadere è Marco Mancinetti, togato di Unicost, la corrente moderata delle toghe: ha deciso di dimettersi da Palazzo dei Marescialli. Il motivo? Su di lui è stata aperta un’azione disciplinare dopo che la procura di Perugia ha intercettato le sue chat con Luca Palamara.

“Ho ricevuto pochi minuti fa la notifica dell’azione disciplinare nei miei confronti da parte della Procura generale per fatti inerenti alle attività amministrative svolte dalla precedente consiliatura, sulla base delle chat da me intrattenute con Luca Palamara – spiega lo stesso Mancinetti- Pur non essendovi alcun automatismo di legge, ho già rassegnato le mie dimissioni nelle mani del Vice Presidente del Consiglio superiore della Magistratura, per senso istituzionale e per evidenti ragioni di opportunità, nel pieno rispetto delle attività della Procura generale e nella convinzione di poter offrire ogni chiarimento nella sede competente”.

Tra le chat intercettate tra Mancinetti e Palamara c’è quella del febbraio 2018 in cui il primo si esprime sul collega Luciano Panzani: “Cmq leggendo nota di panzani ce da ridere. Lo dovete asfaltare è un matto”. Nel dicembre 2017 commenta il ruolo di Maria Vittoria Caprara, all’epoca magistrato segretario del Csm: “Maria Vittoria Caprara da piu parti viene considerata di Cartoni (Corrado, all’epoca membro del Csm, ndr). Lei è libera di fare quello che vuole ma sta lì a 2200 euro al mese in + da 5 anni con i voti di unicost roma. Questo è intollerabile. Lei se ne deve andare da lì”.

Mancinetti è il sesto consigliere del Csm a lasciare il Csm per vicende legate al “caso Palamara”. L’anno scorso si erano dimessi Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepri, Gianluigi Morlini e Luigi Spina, tutti attualmente sotto processo disciplinare, come lo stesso Palamara. Processo che ricomincerà la prossima settimana. Aveva dovuto lasciare l’incarico anche un membro di diritto di Palazzo dei Marescialli, cioè l’allora procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, che ha anticipato la sua uscita dalla magistratura dopo essere finito indagato per rivelazione di segreto d’ufficio. Il suo successore, Giovanni Salvi, ha dovuto costituire una apposita task force di sostituti incaricata di passare al setaccio tutte le chat, le conversazioni, gli sms conservati nel cellulare di Palamara, per valutare l’apertura di procedimenti disciplinari. Tra questi pure quello di Mancinetti, che ora fa un passo indietro.

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