In questo periodo dedicato al relax intelligente mi piace segnalare due Cd: diversi fra loro, interessanti entrambi, li trovate anche su YouTube. Il primo presenta musiche di una compositrice italiana di successo, lanciata nel firmamento musicale internazionale, Rossella Spinosa (Orchestral and Chamber Works, vol. 1; Stradivarius Str 37092).

Forte di una robusta preparazione culturale – laurea in giurisprudenza e in musicologia, diploma in pianoforte, clavicembalo, composizione –, svolge attività concertistica intensa. Insegna composizione nel Conservatorio Lucio Campiani di Mantova. Esperienza fondante nella sua creatività è stata la sonorizzazione di oltre 100 pellicole del cinema muto per orchestra sinfonica, ensemble e pianoforte solo: questo suo interesse traspare anche nei nove brani del nostro Cd, sebbene siano stati concepiti in autonomia, senza alcun collegamento filmico.

I brani hanno un titolo, senza per questo essere descrittivi: solo alcuni si riferiscono a un’opera letteraria o a un evento specifico. Chi ascolta è però coinvolto in una specie di “discorso filmico” che Spinosa costruisce mediante l’uso particolarissimo e scaltrito dei timbri strumentali, la strutturazione di un tempo di volta in volta incandescente o raggelato, una “forma” musicale latente, di cui tuttavia s’intravvede il taglio e la fattura.

Il primo brano, L’albero delle salamandre, ha ad esempio una chiara configurazione tripartita (una sorta di aba′), con due zone esterne lente, atemporali, e una mediana più movimentata. In quest’atmosfera, il suono dello xilofono – un vero personaggio da film – indica che qualcosa si sta modificando, che un avvenimento si sta producendo.

Citiamo ancora qualche altra composizione. Due pianoforti e l’orchestra danno vita a una riflessione sul monologo teatrale di Gabriel García Márquez, Diatriba d’amore contro un uomo seduto: un personaggio femminile, Graciela, inveisce contro il marito nel venticinquesimo del matrimonio, gli rinfaccia la loro condizione attuale, confrontandola con un passato denso di promesse. Cassata la prima parte del titolo, Spinosa ne fa un’invettiva assoluta, Contro l’uomo seduto.

La diatriba non trova sfogo, è compressa, bloccata. È come se, per finire, in scena rimanesse un solo immane personaggio a polverizzare, omogeneizzare qualsiasi reazione altrui, magari potenzialmente dirompente. È l’immagine prevaricante del maschio che assorbe la donna fino a coartarne la carica sovversiva. Brano davvero impressionante!

Never forget è dedicato alla Giornata della Memoria. Il violino ripete un’ostinata melodia, implora, singhiozza; il clarinetto sembra procedere per i fatti suoi, pigola, urla, borbotta, ridacchia. Ma alla fine l’ascoltatore segue sempre più il violino, lontano, disincarnato, eppure carico di tutto il dolore del mondo.

Intrinsecamente cinematografico è Genesi 19: è il racconto del testo biblico di Sodoma e Gomorra, le città annientate da Dio per l’immoralità dei loro abitanti. Qui gli impasti orchestrali, l’uso sapiente degli ottoni, l’intensificazione della sonorità e del ritmo, alcune zone di stagnazione, la reiterazione ossessiva di elementi minimi, che in certi punti si convertono in gemiti, danno impressionante vividezza al dramma dell’umanità punita e allo sbigottimento impotente di fronte all’incalzare della collera divina. Ottima compositrice, Rossella Spinosa, cui prestare molta attenzione.

Il secondo Cd, sotto il titolo Bragato–Piazzolla (Dig Dctt 103), è offerto dal Lucus Trio, formato da tre valenti giovani esecutori: Rocco Russillo flauto, Francesco Parente violoncello, Alessandro Bove pianoforte. Contiene composizioni di José Bragato e Astor Piazzolla. Gli interpreti hanno voluto omaggiare il compositore argentino Bragato, che fu l’arrangiatore di molte composizioni di Piazzolla, e autore in proprio di musiche di successo.

Nato a Udine nel 1915, fu direttore d’orchestra e ottimo violoncellista: nell’ensemble Nuevo tango di Piazzolla poté fare sfoggio del suo virtuosismo strumentale. Costui ne riconobbe le grandi capacità, gli dedicò qualche composizione, e lo volle per arrangiatore: in molti casi, proprio grazie agli arrangiamenti di Bragato, Piazzolla trovò accesso ai grandi circuiti della musica d’arte.

Il progetto discografico del Lucus Trio mostra come i due musicisti si siano influenzati l’un l’altro portando il Tango, la Milonga, la Chacarera a grandi livelli espressivi. Di Bragato il Cd presenta tre brani, Chacarera, Milontan, Impresionista: vi risalta la maestria del compositore nel combinare i ritmi sincopati e il melodiare malinconico della musica argentina. Di Piazzolla – oltre La muerte de l’Angel e Oblivion – si ascoltano Le quattro stagioni, una delle sue composizioni più famose, che proprio nell’arrangiamento di Bragato conquistò il mondo. Un Cd da gustare per puro piacere.

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