E’ una concentrazione senza precedenti di positivi al Covid-19 quella che è stata riscontrata nell’ultima settimana alla caserma “Serena” di Casier, alle porte di Treviso. Nel centro di accoglienza per richiedenti asilo sono ospitate o lavorano 309 persone e 244 di loro, al terzo giro di tamponi effettuati dall’Ulss 2 Marca Trevigiana, sono risultati positivi ai test. Una situazione insostenibile, che ha causato numerose reazioni. Il governatore leghista Luca Zaia ha dichiarato: “La struttura, come le altre simili da Oderzo a Jesolo, deve essere dismessa: è evidente che il gestore non sa garantire la sicurezza sanitaria”. Gli ha fatto eco, in una conferenza stampa di fronte al portone d’ingresso, il professore Arturo Lorenzoni, candidato governatore per il centrosinistra alle elezioni di settembre: “Tutti i segretari nazionali delle forze politiche che mi sostengono devono venire alla caserma Serena: questa è una vergogna nazionale. Qui sono rinchiuse centinaia di persone la cui unica colpa è la povertà”.

I controlli hanno riguardato 284 ospiti e 25 operatori. I contagiati sono 233 migranti e 11 addetti. Dall’Ulss è arrivata una conferma: “I risultati del nuovo screening non comporteranno alcuna modifica all’interno della struttura, dove tutti i migranti resteranno in quarantena”. Alla fine di luglio gli infetti erano 133, il numero è quasi raddoppiato in una settimana, anche perché all’interno è difficile mantenere i distanziamenti e tenere isolate le persone positive dalle altre. Zaia ha buon gioco a dire: “Se prima questi centri erano intollerabili, ora con Covid sono assolutamente da bocciare, senza se e senza ma. Non lo diciamo perché va di moda farlo, lo diciamo da sempre e adesso a maggior ragione”.

Per il momento continuano i controlli con tamponi e i medici effettuano il loro lavoro all’interno della struttura. Ma le polemiche infuriano. Il sindaco di Treviso, Mario Conte: “Visto che gli ospiti sono tutti insieme è necessario che, per la salute di tutti, da lì non esca nessuno fino a quando saranno tutti negativi. Qui ci sono gravi responsabilità e altrettanto gravi silenzi del Governo. Oltre ai danni incalcolabili per il territorio, dei quali qualcuno dovrà rendere conto”. E chiede di far cessare l’appalto in corso, perché la società che lo ha vinto non sarebbe in grado di garantire il rispetto delle norme sanitarie e di igiene ambientale.

La gestione è affidata alla Nova Facility di Gian Lorenzo Marinese, che però replica: “Alcuni ribelli ci impediscono di attuare il distanziamento. E non sono stati allontanati nonostante segnalazioni e denunce. Ma la verità è che l’Uls a giugno, dopo i primi casi, ci aveva definiti Covid free. Invece da lì il virus non è mai uscito”. Il direttore generale dell’Uls, Francesco Benazzi: “I casi di giugno e quelli di questi giorni sono diversi. Marinese pesi bene le parole o lo querelo. Se non è in grado di gestire quella struttura, che riconsegni le chiavi al ministero».

A zittire tutti il prefetto Maria Rosaria Laganà, che mette in riga i politici e chi fa polemica. “Non mi piace chi tenta di cavalcare queste situazioni. Solo la Prefettura può valutare la qualità della gestione. Abbiamo chiesto chiarimenti alla società e poi approfondiremo. La revoca dell’appalto è possibile esclusivamente in caso di gravissimi inosservanze, come non aver distribuito da mangiare. Il resto prevede sanzioni, che valuteremo”. Poca trasparenza nei controlli? “Da quando sono qui, le porte dell’ex caserma sono sempre state aperte. Bastava chiedere e si poteva andare a verificare con i propri occhi la qualità dell’accoglienza. Mai detto di no a nessuno. Se qualcuno aveva qualcosa da ridire poteva farlo. L’amministrazione comunale è entrata e ha visto, più volte. E ci ha chiesto di organizzare dentro l’ex caserma un dormitorio, inizialmente previsto fino a febbraio e poi tenuto aperto anche oltre”.

Intanto a Udine arriva l’esercito per presidiare il centro migranti allestito alla caserma Cavarzerani, dichiarata zona rossa dal sindaco Pietro Fontanini dopo i contagi fra i profughi e le tensioni. Una cinquantina di militari aiuteranno a presidiare la struttura, dove ci sono 460 stranieri.

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