Se al mattino tutti quanti noi comuni mortali facciamo il giro delle prime pagine dei quotidiani online e diamo una sbirciatina ai social, il docente, vincendo la recente avversione figlia della didattica a distanza (DAD) per tutto ciò che non sia una tavoletta di cera o un rotolo di papiro, non può esimersi da compiere un altro giro turistico fondamentale: quello sui siti di informazione specialistica, a caccia di indiscrezioni su tutto quanto concerne il suo lavoro. In particolare, c’è quel momento che precede l’immissione in ruolo, momento che può durare svariati anni, diciamolo pure, in cui il controllo maniacale delle pagine riguardanti le novità sui percorsi di reclutamento raggiunge vette di compulsività mai viste, peggio degli ex che ti stalkerano.

Il reclutamento, l’arruolamento: che essere assunti a scuola ha sempre questa vaga sfumatura bellica.

Si controllano soprattutto le indiscrezioni sui concorsi. Anche perché in attesa di notizie ufficiali, che arrivano sempre al brucio, girano spoiler da sviscerare e interpretare osservando il volo degli uccelli o interpellando il famoso collega che ha un amico all’ufficio scolastico e ha già capito tutto.

Nel marasma del calciomercato estivo, distratti dai pannelli di plexiglass e dai banchi a rotelle, dalle mascherine sì o mascherine no e dall’incertezza, si sono delineati questi tre concorsi da tenersi non si sa bene come, né quando, né tantomeno dove (probabilmente nei prati ad alta quota, oppure negli stadi, che tanto hanno già riaperto per il campionato, quello sì l’hanno fatto riprendere subito).

Sul menù ce n’è uno ordinario, uno abilitante, uno a cattedre, uno senza glutine, uno per i vegani e uno riservato solo per quelli che hanno un certo numero di anni di servizio, a cui devi sottrarre il numero che hai pensato, moltiplichi per il numero degli animali domestici e dividi per il numero di alunni della tua classe alle medie. Non è facile, districarsi, mi ci perdo pure io. Un po’ perché le notizie cambiano in fretta, prima dicono che c’è il test, poi non c’è più, ma comunque non per tutti, poi sono crocette, poi devi fare il tema, poi sono microsaggi. Alla fine uno rinuncia socraticamente a sapere, tanto qualunque cosa venga decisa fa scatenare opposte fazioni degne di una faida medievale che si danno appuntamento sui forum dedicati e sui social per civili scambi di opinioni.

In genere uno comincia garbatamente chiedendo conferma di quello che gli pare di aver capito dal paziente confronto sinottico di tre siti diversi, e finisce vilipeso da utenti e commentatori di passaggio, nonché accusato di scarsa comprensione, scarsa intelligenza, più altre scarsità che qui tacere è bello. Ma egli non si scoraggia e va a studiare la sua materia, poi rispolvera l’inglese, si destreggia con la legislazione scolastica che non è chiara a nessuno, a volte nemmeno a chi la fa, e già che c’è ripassa pure gli ingredienti per l’insalata Waldorf caso mai la commissione facesse una domanda a sorpresa.

Leggo che a fronte di 33.000 posti messi in palio si sono presentati qualcosa come mezzo milione di candidati. No, non è un numero enorme, anzi sono parecchio delusa. E tutti gli altri che dicono che gli insegnanti non fanno nulla e hanno tre mesi di ferie, cosa aspettano a fare domanda? Forza che è facile.

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