Prima le fiamme, poi l’esplosione e l’onda d’urto che si è propagata per centinaia di metri. Nel devastante incidente che ha colpito la zona del porto di Beirut, in Libano, si è pensato inizialmente che fosse coinvolta solo una fabbrica di fuochi d’artificio e, probabilmente, “materiali esplosivi confiscati”. Il ministro dell’Interno, Mohamed Fehmi, ha precisato che fosse presente anche un deposito con una “enorme quantità di nitrato d’ammonio“. E il risultato, infatti, non è così lontano da ciò che produrrebbe del “materiale esplosivo” perché, in effetti, il nitrato d’ammonio viene impiegato anche per scopi militari. Ma di cosa si tratta?

È un composto chimico (la formula è NH4NO3) che, per le sue caratteristiche, è estremamente versatile. Per questo motivo è molto facile impiegarlo in ambiti differenti, come quello industriale o, in misura maggiore, in quello agricolo. Costituisce, infatti, la base di numerosi fertilizzanti (il 90% della sua produzione, nel mercato, serve per questo scopo). È anche il principale composto del ghiaccio istantaneo.

Il nitrato d’ammonio, come detto, viene utilizzato per produrre, fondamentalmente, due esplosivi: l’ammonal e l’Anfo (Ammonnium Nitrate Fuel Oil). Nel corso degli anni è stato impiegato sia per scopi civili (nelle miniere, per esempio, dove l’esplosione con rilascio contenuto di calore lo rende uno strumento piuttosto sicuro) sia per scopi militari e di terrorismo. Il fatto che sia poco costoso e di facile reperibilità, infatti, ne ha reso vantaggioso l’uso per la fabbricazione di ordigni.

Il disastro avvenuto oggi a Beirut non è un caso isolato: dall’inizio dello scorso secolo, a causa di incidenti che coinvolgono il nitrato d’ammonio, sono morte migliaia di persone. Il più triste – e più famoso – è quello che si è verificato il 17 aprile del 2013 alla West Fertilizer, un’industria di fertilizzanti del Texas, che provocò 14 vittime e oltre 200 feriti. L’esplosione libanese, stando alle prime notizie, risulterà più grave di quella americana.

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