“In questi 50 anni le Regioni si sono affermate come componente fondamentale dell’architettura della Repubblica” e un “elemento di coesione del popolo italiano”. Per questo, anche loro “partecipano al dovere di eseguire gli articoli 2 e 3 della Costituzione“, cioè quelli sui diritti/doveri e sull’uguaglianza dei cittadini. In occasione del cinquantesimo anniversario della nascita delle Regioni a statuto ordinario, il capo dello Stato Sergio Mattarella invita alla “solidarietà tra territori” e ribadisce l’importanza della “leale collaborazione” tra Roma e le istituzioni locali. Poi si rivolge alla politica, chiedendo da un lato di mettere da parte “ogni centralismo sia statale, sia regionale”, dall’altro di non interpretare il Recovery fund approvato dall’Ue come un “passaggio della diligenza a cui attingere”, bensì come “occasione di storico rilancio per l’Italia” a cui devono concorrere “tutte le energie del Paese”.

Nel corso della cerimonia, organizzata al Quirinale in presenza dei governatori di tutte le Regioni, il capo dello Stato ha elogiato Bruxelles per aver “dato prova di lungimiranza e tempestività” dando il via libera al pacchetto straordinario di misure. “Un appuntamento da non perdere per incidere sui nodi strutturali, con riforme e investimenti”, ha aggiunto, indispensabile per colmare “ritardi decennali” nello sviluppo del nostro Paese. Un piano da realizzare anche grazie “al prezioso contributo delle Regioni” e che non deve perdere di vista l’obiettivo finale. “Se la violenza dell’epidemia appare essersi attenuata”, ha aggiunto infatti Mattarella, “non sono venute meno le esigenze di promuovere politiche coerenti con la tutela della salute dei nostri concittadini e con le esigenze di rilancio dell’economia del Paese, così duramente colpita dalle conseguenze della crisi sanitaria”.

Il presidente della Repubblica ha poi ricordato l’importanza “che la soggettività politica delle Regioni si sviluppi non in contrapposizione con l’indirizzo politico statale ma in chiave di confronto e di cooperazione”. Parole che suonano come una strigliata alla politica dopo gli scontri registrati negli scorsi mesi tra palazzo Chigi e i territori per la gestione dell’emergenza coronavirus. Il tema degli strumenti legislativi per armonizzare questo rapporto diventa quindi centrale nel suo discorso. “La condizione attuale ha visto più volte la Conferenza delle Regioni sollecitare un riordino delle forme di raccordo tra Stato e autonomie territoriali, con specifiche proposte che meriterebbero di essere riprese”, ha detto Mattarella. Ad esempio fornendo “migliore definizione” delle “competenze legislative” Stato-Regioni, cioè quelle contenute nel famoso titolo V della carta modificato nel 2001 e più volte integrato dalla Consulta con “un’opera preziosa di regolazione”. Come? “A tal fine una maggiore istituzionalizzazione e disciplina del ‘sistema delle Conferenze’ potrebbe incrementare gli elementi di snodo e di raccordo tra il livello nazionale e quello regionale”, spiega.

C’è poi la questione della maggiore autonomia chiesta da molte Regioni del Nord e, prima della pandemia, al centro delle trattative con il governo. Un percorso che per il Colle “appare idoneo a valorizzare specificità e capacità delle singole regioni, sempre in chiave di collaborazione politica. Diverrebbe così possibile realizzare aperture e diversificazioni che, nel loro insieme, accrescano il dinamismo dei territori, rafforzando al contempo il tessuto della Repubblica e salvaguardando appieno le esigenze unitarie“. A suggellare la giornata, il presidente della Repubblica ha ricevuto in dono dalla Conferenza delle Regioni una carta dell’Italia pre-unitaria del 1758. “L’unità della Repubblica è per tutti noi un valore imprescindibile, ma le cartine antiche dell’Italia sono il simbolo di un Paese che già esisteva come entità geografica, culturale, linguistica e morale ben prima che i suoi popoli riuscissero a raggiungere l’unità politica”, ha detto il presidente Stefano Bonaccini. “Sono le nostre radici che sanno spiegare meglio di ogni altra cosa le tante soggettività e identità che compongono il nostro Paese, ma anche il senso e la forza della nostra Nazione”.

Uscendo dal Quirinale, il Presidente della Liguria Giovanni Toti spiega che “questo incontro chiude un inverno e una primavera complicati. Il ruolo delle Regioni in questa emergenza Mattarella lo ha riconosciuto apprezzando il prezioso lavoro svolto“. Un ringraziamento per le parole del capo dello Stato anche dall’emiliano Bonaccini – che ribadisce la necessità di “riconoscere nella Costituzione” il sistema delle conferenze – e dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. “Andiamo avanti per la attuazione della Costituzione e completare fino in fondo l’attuazione del Titolo V”, ha dichiarato al termine della cerimonia.

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