Sono scesi in migliaia in piazza per protestare per la libertà di stampa in Ungheria dopo il licenziamento Szabolcs Dull, direttore del principale sito ungherese di notizie Index, molto critico nei confronti del governo di Viktor Orban. “La nostra storia è finita”, ha detto Dull, cacciato dopo avere denunciato un mese fa che l’indipendenza del giornale era a rischio. La decisione dell’editore ha scatenato la reazione della redazione, dove oltre 70 giornalisti e membri dello staff della testata si sono dimessi in massa, accusando il governo di Viktor Orban di avere lanciato un tentativo di distruggere o imbrigliare il giornale. Decine di migliaia di dimostranti hanno organizzato una marcia di protesta ieri sera, su invito del partito di opposizione Momentum (liberale), rivendicando la libertà di stampa, definita in grave pericolo.

I guai dell’organo indipendente, uno dei pochi rimasti nel Paese, sono cominciati quando un imprenditore vicino al premier nazionalpopulista ha acquistato una partecipazione del 50% nelle società editrice. “La nostra voce indipendente è in pericolo, rischiamo la chiusura”, aveva scritto allora il direttore Szabolcs Dull, licenziato due giorni fa. Il più grande giornale ungherese, Nepszabadsag è stato chiuso nel 2016, dopo essere stato acquistato dall’oligarca più favorito da Orban. Index negli anni passati ha pubblicato innumerevoli articoli di giornalismo investigativo, smascherando scandali del governo. Dal 2010, il governo di Viktor Orban aveva sistematicamente trasformato i media pubblici in organi di propaganda governativa, ed ha fatto tacere gli organi indipendenti.

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Ungheria, licenziato direttore del principale sito di informazione. Aveva detto: “La nostra libertà è in pericolo”

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