Mentre si moltiplicano gli sforzi per riportare Patrick Zaki a casa, c’è chi esulta per il prolungamento della sua detenzione “Esistono Paesi seri come l’Egitto che non si lasciano condizionare da ong. Bye Bye Zaky” il commento di un esponente della Lega di Modena, Luca Rossi, sulla decisione dell’autorità giudiziaria egiziana, su Facebook.

La frase sullo studente dell’Università di Bologna in carcere in Egitto arrestato il 7 febbraio scorso all’aeroporto del Cairo con l’accusa, tra le altre, di propaganda sovversiva su Facebook, è stato riportata e commentato dal segretario del Pd cittadino e assessore comunale alla Cultura Andrea Bortolamasi. “Una frase che si commenta da sola – ha scritto – una pugnalata, l’ennesima verso la famiglia, gli amici, il mondo accademico che si è mobilitato e chiede a gran voce la liberazione di un ragazzo incarcerato per la sola colpa di esser un ricercatore, di fare ricerca nel campo dei diritti umani e le politiche di genere. Sarebbe troppo facile – ha aggiunto Bortolamasi rivolgendosi all’esponente della Lega – chiedere le dimissioni da qualsiasi incarico politico, mi piacerebbe, ma rimarrà una vana speranza, che però chiedesse scusa a Patrick e alla sua famiglia e capisse quanto dolore e sofferenza possano causare affermazioni del genere, su un social, digitando comodamente da un divano mentre in Egitto un ragazzo rischia di morire in carcere, come Giulio Regeni”.

Il partito del Carroccio però critica Rossi: “Come Lega prendiamo le distanze dalle parole di Luca Rossi apparse nei giorni scorsi sul suo profilo Facebook privato. La vita umana è sacra e non si scherza sulla salute delle persone. Il post di Rossi è del tutto personale non rispecchia la linea o il pensiero della Lega. Rossi inoltre non rappresenta, in alcun modo, la segreteria provinciale di Modena” dice Davide Romani, referente della Lega a Modena. Zaki si trova in carcere ormai da 158 giorni, rinchiuso nella famigerata Sezione II Scorpion della prigione di Tora dedicata agli oppositori del regime di Abdel Fattah al-Sisi.

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