Matteo Renzi e Raffaele Fitto sono “alleati” e “attenti alla stessa lobby, quella del carbone”, quando invece la decarbonizzazione, in particolare quella dell’ex Ilva, s’intende, “dovrebbe unire il campo progressista”. Ed è proprio questo uno degli obiettivi di Michele Emiliano: “Spero di farlo tra il Pd e il Movimento 5 Stelle”. Il governatore della Regione Puglia, ricandidato dal centrosinistra dopo la vittoria alle primarie, bacchetta Italia Viva e Azione per la scelta di non appoggiare la sua candidatura e strizza l’occhio ai grillini, nell’ottica di un’alleanza alle Regionali di settembre caldeggiata dal premier Giuseppe Conte e dal segretario dem, e già nei fatti in Liguria con la candidatura di Ferruccio Sansa.

La Puglia – fronte caldo perché amministrato dai dem da 15 anni e a rischio riconferma per lo strappo dei renziani – diventa il prossimo territorio sul quale concentrarsi. Così il governatore, in un’intervista a Repubblica, riparte dall’argomento sul quale le sue politiche e quelle del M5s sono ormai vicine da anni: il futuro dell’Ilva di Taranto. Fu quello il terreno dello strappo con Renzi alla vigilia del referendum costituzionale ed è ancora oggi un campo sul quale cercare una convergenza con i pentastellati, anche alla luce dell’intenzione del governo di spingere su un’acciaieria green e senza area a caldo sfruttando il Green Deal europeo.

“Abbiamo vinto una battaglia straordinaria perché ciò che si sta facendo per l’ex Ilva in realtà è la riscrittura delle regole industriali secondo le nuove tecnologie che rendono l’industria compatibile con l’ambiente. È un passo decisivo per costruire la nuova Italia. La Puglia sta partecipando alla scrittura di pilastri valoriali che non sono la xenofobia, il ritorno alle monete nazionali, l’eliminazione dell’Unione europea”, argomenta Emiliano ricordando che proprio il siderurgico è “la ragione principale” dello scontro con Matteo Renzi e Carlo Calenda. “Loro sono dalla parte del partito dei combustibili fossili – accusa – La lobby del carbone non è da parte mia un’indicazione negativa, ma vista da sinistra appare incomprensibile. La decarbonizzazione dovrebbe unire il campo progressista, come io spero di fare tra il Pd di Nicola Zingaretti e il Movimento 5 Stelle”.

Perché, ragiona il presidente della Regione Puglia, “soltanto un’ottica fondata sugli interessi economici può separare la sinistra sulla decarbonizzazione dell’ex Ilva. Io lascerei perdere le lobby. C’è stato un momento in cui sembravano fossero alleati quali che volevano chiudere Ilva e quelli che volevano lasciarla com’era”. La svolta del Pd sulla decarbonizzare, aggiunge, è merito di Zingaretti che, come Conte, dice, è “persona libera da interessi particolari”. Un accordo con il M5s, quindi, è “nelle cose” e “si sta già facendo nella vita quotidiana del gruppo che lavora con me e dei 5 Stelle”. “Non è facile. Ci vuole rispetto, delicatezza e soprattutto dare agli attori di queste battaglie, Antonella Laricchia (candidata governatrice del M5s, ndr) e la senatrice Barbara Lezzi, la giusta importanza per la maturazione anche della mia parte politica”.

Il governatore si dice “non meravigliato” che in Puglia Italia Viva, dove candida Ivan Scalfarotto, “sia dalla parte di Fitto e voglia la sua vittoria”. Entrambi, sottolinea, “sono attenti alla stessa lobby, quella del carbone. Italia Viva non tornerà mai indietro”. Quindi ancora un invito ai grillini: “Questo vorrei dire al Movimento 5 Stelle: c’è un ruolo nell’economia mondiale che la destra italiana e Italia Viva svolgono e che trova in Puglia il campo di battaglia principale”.

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