Il debito pubblico italiano arriva a toccare un nuovo record: a maggio è pari a 2.507,6 miliardi, per via di un aumento di 40,5 miliardi rispetto ad aprile. Il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche cumulato fra gennaio e maggio raggiunge i 66,4 miliardi di euro, più del doppio dei 29,6 miliardi dello stesso periodo del 2019. Il dato è un assaggio dell’impatto della crisi del Covid sui conti pubblici: solo a maggio, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 24,6 miliardi, in diminuzione del 27,8% (-9,5 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2019, “risentendo della sospensione di alcuni versamenti fiscali disposta dai provvedimenti governativi approvati negli ultimi mesi e del peggioramento del quadro macroeconomico”. Nei primi cinque mesi del 2020 le entrate tributarie sono state “pari a 143,7 miliardi, in diminuzione dell’8,2 per cento (-12,9 miliardi) rispetto al corrispondente periodo del 2019″.
Il debito record delle Amministrazioni pubbliche registrato a maggio riflette, sottolinea sempre Bankitalia, oltre al fabbisogno del mese (25 miliardi), anche l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (14,5 miliardi, a 61,4); gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione del tasso di cambio che hanno nel complesso aumentato il debito di un ulteriore miliardo.