C’è un pensiero particolare che ci passa per la testa sfoderando la katana durante il primo duello di Ghost of Tsushima, l’ultimo lavoro di Sukerpunch potrebbe essere l’ultima esclusiva di PS4, la chiusura di un’epoca, la morte di questa generazione di console.

In Ghost of Tsushima il protagonista, Jin, affronta un viaggio per tutta l’isola in cerca di vendetta, dopo una cocente sconfitta subita da parte dell’impero mongolo; la rabbia e la frustrazione di Jin ben presto si trasformano in una missione atta a liberare lo zio, tenuto prigioniero in una delle fortezze avversarie. Per arrivare a salvarlo viaggerà per tutta l’isola, raccogliendo alleati e distruggendo sistematicamente gli avamposti nemici, seminando paura tra le loro fila.

Jin è un samurai onorevole: l’idea di passare a un combattimento tra le ombre, alle spalle del nemico, lo rende inquieto, andando contro i valori di onore e giustizia che gli sono stati inculcati; quando però per salvare le famiglie tenute in ostaggio dall’impero mongolo decide di indossare la maschera e di essere uno spettro nell’oscurità, nasce tra le file nemiche una leggenda…quella del Fantasma di Tsushima.

Con questo espediente di trama Sukerpunch giustifica tutto il gameplay del gioco, che dai combattimenti frontali all’ultimo colpo passa a incursioni stealth, e viceversa, il tutto in una crescita costante del protagonista principale, sempre diviso tra l’onore del samurai e la voglia di salvare la sua gente a qualsiasi costo. Il gameplay però non è solo combattimenti ma anche tanta e interessante esplorazione, che ci permetterà di imparare nuove tecniche e di migliorare sensibilmente caratteristiche e armature di Jin, rendendo vario il gioco.

Se ad esempio avvisterete un uccellino giallo, il gioco vi inviterà a seguirlo fino a scoprire un luogo “segreto”: qui potrete sedervi a contemplare il paesaggio e tramite varie opzioni comporrete un Haiku. L’Haiku composto, a seconda delle parole utilizzate, vi regalerà una fascia diversa, che può cambiare statistiche ed estetica del protagonista: questo è uno dei tanti piccoli tocchi di classe che sparsi per l’isola di Tsushima renderanno l’esperienza di gioco più intima e vi calerà totalmente nell’ambientazione del giappone feudale che anima questa esclusiva di Sony.

Graficamente Ghost of Tsushima è impressionante, con bellissime ambientazioni attraversabili a cavallo e a piedi, mentre si pensa a come portare avanti la propria missione, attraversando vaste pianure costellate di fiori o fitti boschi; uno spettacolo per gli occhi che rilassa il giocatore tra una battaglia e l’altra, mentre segue il vento verso un nuovo combattimento o un segreto sussurratogli all’orecchio.

Ambientazione e musiche la fanno da padrone nell’accompagnare Jin nella sua missione di libertà e sottolineano ancora di più quanto sia importante immergere il giocatore in questo mondo. Che scegliate il doppiaggio giapponese sottotitolato o il doppiaggio in italiano sarete al sicuro: il lavoro eseguito per il gioco è indubbiamente di alto livello. In oltre è possibile inserire un filtro denominato “kurosawa” per vedere lo schermo in bianco e nero, con una granatura speciale che ricorda i mitici film di samurai dell’omonimo regista. Oppure potete modificare varie impostazioni riducendo la presenza dell’hud a schermo rendendolo quasi inesistente, regalando un esperienza più immersiva possibile, a seconda delle scelte del giocatore e del suo gusto.

Ghost of Tsushima è sicuramente l’esempio di come un gioco con un’ambientazione così forte e “storica” andrebbe fatto, denotando un amore per i dettagli che lo elevano sicuramente a uno dei migliori giochi dell’anno: se amate il Giappone, la sua storia e i giochi open world ricchi di trama e pathos, è un acquisto obbligatorio per ogni possessore della console di sony, in attesa della nuova generazione.

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