“Nel mese di maggio si esaurisce il drammatico eccesso di mortalità dei mesi di marzo e aprile 2020, grazie alle misure di prevenzione non farmacologiche messe in atto”. Il terzo rapporto Istat-Istituto Superiore di Sanità sulla mortalità (totale e dei soggetti positivi al Covid-19) conferma che, a livello medio nazionale, i decessi di maggio risultano lievemente inferiori alla media del periodo 2015-2019. In controtendenza solo l’area ad alta diffusione dell’epidemia dove persiste ancora un lieve eccesso di mortalità (3,9%). L’eccesso di decessi più marcato (8,6%) di registra in Lombardia, ma è comunque considerevolmente inferiore all’incremento del 190% di marzo e del 112% di aprile, con il privato alla provincia di Lecco (20,2%). Il rapporto specifica anche alcune delle caratteristiche di contagiati e vittime: se tra i primi prevalgono le donne, i secondi sono in maggioranza uomini.

“36.445 decessi in più nei primi 5 mesi del 2020” – Il rapporto poi traccia un quadro complessivo dei primi 5 mesi del 2020, dove si evidenzia “una stima di 36.445 decessi in eccesso” rispetto allo stesso periodo del periodo 2015-2019. Nel documento viene spiegato che questa valutazione non tiene conto della complessità di un confronto a livello mensile: nei mesi di gennaio e febbraio in Italia si è registrato una diminuzione pari al 6,4% dei decessi rispetto al quinquennio precedente, mentre l’eccesso di mortalità è presente nei mesi di marzo e aprile con 45.186 decessi in più, di cui 28.282 (63%) potrebbero essere considerati decessi Covid-19 secondo quanto riportato alla Sorveglianza integrata. Ma – spiegano gli autori – più difficile è capire quale sia stato il contributo dei decessi per Sars-CoV2 alla mortalità a maggio in quanto complessivamente si registra una riduzione del 2,2% dei decessi complessivi (pari a 1.081) rispetto al quinquennio precedente mentre la Sorveglianza integrata registra “3.898 decessi avvenuti in persone con tampone positivo al Covid-19”.

Le donne più colpite, ma vittime prevalentemente uomini – Una parte del rapporto Iss-Istat è dedicata alle caratteristiche demografiche delle vittime della pandemia. In Italia il Covid-19 ha colpito di più le donne, ma la mortalità è più alta tra gli uomini. “Resta invariata – si legge – la prevalenza di casi femminili (54,2%) e la classe mediana dei casi (60-64 anni)”. I bambini si confermano drasticamente meno colpiti. “L’1% dei casi (3.150) è stato diagnosticato nella fascia di età 0-14 anni mentre il 33% nella fascia di età superiore ai 75 anni: in quest’ultima classe di età le donne sono il 61%, anche in ragione della netta prevalenza femminile in questo segmento di popolazione”. Per quanto riguarda la mortalità, si mantiene costante all’1% la quota dei decessi Covid-19 avvenuti in persone di età inferiore ai 50 anni. L’età media dei deceduti si aggira tra gli 80 e gli 84 anni (75-79 per gli uomini e 85-89 per le donne), e a differenza dei casi positivi, tra i decessi Covid-19 prevalgono quelli maschili (52%).

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