Che Matteo Salvini, leader della Lega, sia diventato ormai da tempo l’animale delle piazze (e spiagge) italiane è cosa risaputa. Mentre la sua bestia domina le piazze virtuali, lui governa le piazze fisiche tra pacche sulle spalle e selfie – letteralmente – virali. Ci sono risparmiati i discorsi altisonanti, concetti complessi, questioni sociali, problemi urgenti di cui la politica dovrebbe occuparsi e su cui una seria opposizione dovrebbe costantemente lavorare.

Del resto è fortunato, i comizi canonici di una certa politica non sono più richiesti, i contraddittori e dibattiti tra opposizioni sono accuratamente evitati e le logiche della politica populista non chiedono complicazioni ma, al contrario, semplificazioni. Il segreto è proprio assecondare le semplificazioni ed esplicitarle, soddisfare le richieste fameliche appagando i bisogni fittizi, creare l’illusione di un contatto con i propri elettori.

Proprio nel contatto, il leader è bravissimo: noncurante di regole e precauzioni sanitarie, noncurante del pericolo del virus ancora vivo ed esistente, abbraccia, bacia e tocca tutti e tutte, parla con la sua gente a meno di un metro di distanza e con la mascherina abbassata.

L’atteggiamento di Matteo Salvini sembra dire che il virus non esista e non sia mai esistito e che, se anche esistesse, lui per qualche strana ragione ne sarebbe immune. Dobbiamo dire che le piazze non sono fatte per essere trasformate in circoli chiusi a cielo aperto ma rivendicano spesso la loro anima storica e sociale.

In piazza si scende per contestare anche laddove si crede di obbedire sottomessi: così accade che anche le piazze di Salvini, trasformate in aree protette per l’occasione, brillino di contestatori. Giovani, perché giovane è il futuro e pacifici perché i giovani, oggi, sono democraticamente educati, colti, occupati, coinvolti nonostante la narrazione che ci vuole convincere del contrario.

Quali conseguenze hanno le proteste pacifiche? La macchina di Salvini agisce impietosa nella condanna virtuale, ma i suoi ingranaggi iniziano a funzionare proprio in quelle piazze seguendo un protocollo di controllo specifico. Mentre solo pochi giorni fa le due giovanissime contestatrici pacifiche di Codogno neo-diplomate sono diventate oggetto dell’ennesima gogna mediatica a firma leghista, è di ieri il video virale del giovane 15enne coraggioso, lucido, appassionato che riesce a dire quello che nelle ospitate televisive viene costantemente evitato: la verità. Non ci sono urla, insulti o bugie, solo la lucida consapevolezza di un giovane 15enne che prova a sentire l’effetto del mondo sulla propria pelle.

Che il giovane Leon sia il figlio di una professionista come Selvaggia Lucarelli è ormai cosa nota a tutti, ma quel che mi preme evidenziare è che è cosa irrilevante. Come scrive la stessa giornalista su Tpi “in fatto di idee i figli non sono un prolungamento, ma un pianeta indipendente”. Ma non è da considerare cosa irrilevante che il coraggioso ragazzo sia stato fermato dalla polizia per essere identificato.

Per quale motivo? Perché schedare chi, in un paese democratico, manifesta una legittima, fondata e ragionata opinione? Non è forse la caratteristica più fortunata di una certa politica la promozione delle opinioni personali? Esistono, forse, opinioni di serie A e opinioni di serie B? E chi lo decide?

Sembrano domande ingenue che pure sembrano fare riferimento a questioni oscure ai suoi sostenitori. Un fatto appare sempre più evidente e Leon ne diventa portavoce inconsapevole: i giovani hanno una voce, pacata e controllata, e soprattutto consapevole. È un gravissimo errore non ascoltare queste voci, schedarle, censurarle, mortificarle. Quel che si chiede non è solo tutela dei diritti democratici ma, soprattutto, dovere e responsabilità di attenzione e capacità di ascolto.

Guardare e pensare al futuro significa, oggi più che mai, ascoltare i giovani. E i giovani si ascoltano dialogandoci, non a suon di TikTok.

Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’abbonamento Sostenitore e diventando membri del Fatto social club. Tra i post inviati Peter Gomez e la redazione selezioneranno quelli ritenuti più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Se vuoi partecipare sottoscrivi un abbonamento volontario. Potrai così anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione, mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee, sceglierai le inchieste che verranno realizzate dai nostri giornalisti e avrai accesso all’intero archivio cartaceo.

SALVIMAIO

di Andrea Scanzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Renzi torna all’attacco della Cassa Integrazione: “Così il sistema salta e chiudono le aziende”

next
Articolo Successivo

Coronavirus, Gentiloni: “Crisi più forte delle attese. Ripresa ancora incerta”

next