Se i macelli di tutto il mondo sono origine di diversi focolai di coronavirus, la causa è da attribuire al freddo delle celle e all’umidità, che abbassano le difese immunitarie. Questo il risultato a cui è giunto uno studio coordinato dall’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene all’università di Pisa, a capo della task force della Regione Puglia per l’emergenza Coronavirus. Grazie a un’indagine con la Asl di Bari su un caso in una struttura di macellazione locale, Lopalco ha potuto stilare una serie di fattori per cui questi luoghi sono più frequentemente di altri cause della diffusione del virus.
Nelle ultime settimane, infatti, varie strutture dedite alla macellazione delle carni sono state al centro della cronaca per essersi trasformati in focolai del nuovo coronavirus. L’ultimo, in Italia, è stato lo stabilimento nel Mantovano, ma al centro dei riflettori c’è anche il più grande mattatoio d’Europa, a Guetersloh, nel Land tedesco del Nordreno-Vestfalia, insieme ad altri mattatoi in Irlanda, Francia, Regno Unito, Olanda, Spagna, Canada e Stati Uniti.
I motivi sono vari, ma alla base c’è la compresenza di zone dove si usano getti di acqua calda a pressione e zone come le celle frigo che sono piuttosto fredde. “Il freddo produce un abbassamento delle difese” spiega l’esperto, motivo per cui il corpo è più propenso a contrarre il virus. Ma non c’è da preoccuparsi per la carne, assicura Lopalco, infatti “la via alimentare è esclusa dal contagio“.
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