Solo cinque regioni senza casi, Marche Sardegna, Val d’Aosta, Molise e Basilicata, e i nuovi contagi che per il sesto giorno consecutivo tornano a salire: sono 235 quelli registrati in 24 ore, ieri erano stati 223. Sono i numeri dell’ultimo bollettino del ministero della Salute. Sotto i riflettori ora non ci sono più solo Lombardia, che oggi conta il 40,4% dei nuovi casi, e Veneto, dove l’aumento dell’indice Rt e il nuovo focolaio di Vicenza preoccupano, ma anche i cluster di Emilia-Romagna, e Toscana. In particolare quest’ultima, dove i focolai intra-familiari hanno spinto il governatore Enrico Rossi a emanare una nuova ordinanza. Nonostante il nuovo aumento, i tamponi in un giorno sono stati “solo” 51011 contro gli oltre 77mila di venerdì. Una situazione che “preoccupa un po’”, secondo il virgologo Fabrizio Pregliasco. Per questo è fondamentale “intercettare e spegnere subito i focolai”, mantenendo alta l’attenzione “sui casi importati dall’estero”, come quelli toscani, anche se, rassicura “non si tratta di una seconda ondata”. Della stessa idea il ministro della Salute, Roberto Speranza, che, sottolineando quanto fatto a Mondragone, ricorda l’importanza di “essere veloci, incisivi, determinati per poter ricondurre i focolai alla normalità nel più breve tempo possibile”. Sottolineando, riferendosi al caso dell’imprenditore di Vicenza, che “già oggi se una persona positiva non rispetta le norme è punibile con il carcere fino a 18 mesi“.

I dati – Il numero totale dei casi, considerando sia i morti che i guariti, con i 235 nuovi contagi di oggi sale così a 241.419 persone positive da inizio epidemia. In aumento anche i deceduti, 21 secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute, contro i 15 di ieri. Un numero che da inizio epidemia porta il totale delle vittime per coronavirus a 34854. Dei nuovi decessi 16 vengono dalla Lombardia (ieri erano solo 4), 2 dal Piemonte, 2 dalla Toscana, 1 dal Lazio. Cala ancora, dopo il picco di ieri (il più basso dal 13 marzo), il numero degli attuali positivi: sono 14621, ieri erano 14,884, per la prima volta sotto i 15mila. Rimane sotto i mille, inoltre, il numero dei ricoveri, sono 940, con due regioni, Molise e Basilicata, a quota zero ricoverati. Anche il numero dei pazienti che si trovano in terapia intensiva è in diminuzione, sono 71 contro i 79 di ieri. Vuote le rianimazioni di 13 regioni.

Il parere dei virologi – Se da una parte la situazione della regione Lombardia, con il calo dei nuovi positivi – 95 contro i 115 di ieri – è in miglioramento. Sotto stretta osservazione sono invece altre regioni in Italia. Prima fra tutte il Veneto, con un Rt che nell’ultima settimana di giugno è schizzato a 1,63, dallo 0,43 di partenza. Proprio nella regione a guida di Luca Zaia è scoppiato un piccolo focolaio in un’azienda di Vicenza. Preoccupano, poi, anche Emilia-Romagna, che conta oggi 51 nuovi casi e Lazio, dove l’indice Rt del contagio torna sopra 1. E poi, ancora, la Toscana, appunto, con i tre cluster familiari dovuti a case sovraffollate. Una situazione che per i virologi è da considerare “di grande attenzione, non di pericolo“. I nuovi focolai, secondo gli esperti, “sono piccolo, contenuti, e soprattutto si tratta di casi importati”. Anche se, come sottolinea Pregliasco, “bisogna isolare subito i nuovi cluster”. “I dati parlano chiaro, la pandemia sta scemando, le terapie intensive si stanno svuotando. Se si accendono nuovi focolai la causa è da cercare nella difficoltà delle persone di valutare il rischio, nel rilassamento dei freni inibitori dopo mesi di paura”, afferma il past president della Società europea di virologia e professore emerito a Padova Giorgio Palù, facendo riferimento alle badanti rientrate in Veneto dalla Bosnia e risultate positive, oltre che al caso eclatante dell’imprenditore vicentino tornato da una trasferta di lavoro in Serbia. Tra gli esempi di Pregliasco, anche quello delle mascherine in spiaggia: “Credo che nessuno voglia la moda della tintarella con una striscia bianca sul volto, sotto l’ombrellone si può stare senza mascherina ma l’intemperanza non deve esserci, come nel caso dell’imprenditore veneto”.

Sul tema dei focolai, in particolare prendendo spunto dal caso dei palazzi ex Cirio di Mondragone, è intervenuto, appunto, anche Speranza che dopo aver sottolineato l’importanza della velocità per isolare in fretta i cluster ha ricordato “il virus non è stato sconfitto”. “C’è ancora e dobbiamo tenere un atteggiamento di massima cautela – ha detto a margine di una visita a Casal di Principe (Caserta) dove ha partecipato alla cerimonia di consegna del premio dedicato alla memoria di Don Peppe Diana, ucciso dai Casalesi – Il punto è che i focolai ci sono e continueranno ad esserci, e bisogna tenere alta l’attezione con la massima energia”. Sui pareri a volte discordanti degli scienziati, poi, il ministro ha aggiunto: “Io credo che gli scienziati del nostro Paese e della comunità internazionale dicono che bisogna continuare a mantenere alta l’attenzione. Non si troverà uno scienziato che dice che non bisogna usare le mascherine, che non bisogna lavarsi le mani e che non bisogna rispettare la distanza di un metro. Poi è chiaro che c’è un dibattito legittimo, ma su queste tre regole essenziali sono tutti d’accordo”. Infine

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