Avrebbe compiuto 30 anni ad agosto la giovane promessa del poker italiano Matteo Mutti, di Tirano, in provincia di Sondrio. Una vita passata a combattere e scommettere, sia nella sua professione, il poker, che nella sua vita. Dopo numerosi successi sui tavoli internazionali, ad agosto gli è stata diagnosticata la leucemia. Ricoverato all’ospedale San Matteo di Pavia, a gennaio era riuscito a ottenere un trapianto di midollo osseo grazie a un donatore compatibile. Quindi, per due mesi, la speranza di guarigione aveva risollevato la famiglia, sempre al suo fianco, nonostante le successive restrizioni causate dall’arrivo della Covid-19. Il nuovo coronavirus ha colpito anche il giovane Matteo che, il 16 aprile, è stato ricoverato d’urgenza per danni ai polmoni.
Ieri, primo luglio, si sono tenuti i funerali del giovane a Tirano, nella chiesa parrocchiale di San Martino. Tutta la comunità si è stretta intorno alla famiglia di Franca e Francesco e ai fratelli di Matteo: Stefano e Maurizio. Si sono uniti al cordoglio anche i tanti giocatori che hanno conosciuto Matteo sui tavoli di poker, virtuali e non, dove la giovane promessa si era imposta riuscendo a raggiungere grandi risultati. Nel 2016 Matteo aveva vinto il Main Event del Wsop international circuit a Campione d’Italia, mentre un anno prima aveva conquistato la doppia “picca” di PokerStars al Side di Malta a marzo e all’Italian Poker Tour di Nova Gorica a settembre. Nonostante i premi conquistati, Matteo era comunque un ragazzo vicino alla propria terra, dove era tornato dopo mesi passati a Londra per lavorare con il padre al suo negozio di ortofrutta. “Matteo era solare, altruista, un campione che amava la vita”, lo ricorda lo zio Marco.
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